Celeste
Gioco così bello che ne ho preordinato una copia fisica dall'America per la Switch, per rigiocarmelo daccapo sulla console dei platform per eccellenza, esattamente un anno fa mi ha conquistato senza se e senza ma.
Evitando di entrare nel merito di come affronti temi legati a questioni introspettive, Celeste è un platform di una bellezza commovente, di grande precisione, difficile da conquistare ma la cui difficoltà è aperta a manomissione.
Potrete fare come me e conquistarvi l'inferno a suon di imprecazioni per raggiungere la cima nel mostruoso B-side (719 sono stati i salti sbagliati e registrati) o passare per il menù dell'accessibilità e rendere Celeste il balocco con cui far divertire la nipotina.
Abbiamo quindi un gioco pressoché perfetto.
Uncharted 4 la fine di un ladro
C'è sorprendentemente poco da dire sul quarto capitolo della serie perché sostanzialmente val bene quanto detto finora, grafica impressionante con volti stupefacenti e assi di legno fotorealistiche, storia interessante che torna all'origine con un mito piratesco (un mito tirato alquanto per i capelli, diremo) e la solita sequela di scene d'alta spettacolarità, enigmi per spezzare il ritmo che vengono sputtanati dopo due minuti dal protagonista che blatera la soluzione, il tutto nel consueto sparatutto in terza persona che francamente non ha nulla da aggiungere e che personalmente mi ha stufato ormai da un po'.
Finale piacevolissimo.
Non si dice mai di no ad un Uncharted ma difficilmente lo rigiocherò.
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| Ingrato! |
Persona 4 Golden
Giocato già tre volte?
Da rigiocare almeno un'altra perché nell'evento del giorno di San Valentino mi si è spezzato il cuore alla mia (simulata) infedeltà?
Ho già cianciato abbastanza di uno dei miei giochi preferiti che nonostante sia un JRPG mi si è piazzato dritto sulla pompa cardiaca evitando la bocca dello stomaco.
Temo di iniziare il quinto episodio solo perché potrebbe non ripetersi la magia che con Persona 3 era solo parzialmente sbocciata.
L'unico difetto che posso evidenziare è che se si vuole l'esperienza completa è necessaria o molta cura od una guida.
Ora basta che già mi sale la malinconia.
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| <3 |
Phoenix Wright Justice for All & Phoenix Wright: Trials and Tribulation
questo contenuto non è disponibile in digitale ma nel remake dei primi tre sì:P)
Nulla di nuovo sotto al sole, è un Phoenix Wright, casi ingarbugliatissimi, il ritorno di una nemesi, l'aiuto di vecchi antagonisti, un sistema giuridico da appello a Strasburgo.
Ne ho ancora parecchi altri da spupazzare.
No More Heroes
Rimanendo tra le giapponesate spinte ecco qualcosa che a dispetto di un paio di difetti è qualcosa di notevole.
Un otaku compra su internet una spada laser e vuole diventare il killer numero uno di una classifica di folli più matti di lui.
Per salvare la partita occorre fare una visita al bagno per una seduta, i boss sono uno più strano dell'altro, la città si chiama Santa Destroy, la palestra è gestita da un fantasma omosessuale e fare il killer prezzolato non rende come si crede visto che bisogna pagare per ogni bersaglio di riguardo e serve pertanto fare dei lavoretti extra come raccogliere scorpioni, sminare spiagge, tagliare l'erba, far accoppiare dei gatti, ecc. ecc.
La cosa che ho trovato più ilare è la cura che il protagonista mette nell'apparire un figo e che viene immediatamente e puntualmente disattesa ad ogni interazione con l'organizzatrice delle missioni.
Medievil Resurrection
Riedizione di un vecchio classico della prima Playstation, roba quindi da poligoni distorti, è un rimaneggiamento non proprio apprezzatissimo del suo ispiratore.
Sarà che mi mancano le frasi in romanesco o veneto degli eroi nel loro santuario ma stavolta il bofonchìo di Ser Daniel Fortesque non basta a rendere l'avventura lo spasso che ricordavo fosse.
Horizon Zero Dawn
Finalmente un open world con qualcosa di divertente da farci dentro, caccia grossa al Dinobot.
Arco, lancia e trappole per avere ragione di una moltitudine di robotici animali che hanno genuinamente bisogno di approcci diversi e che ripagano l'uso del completo arsenale.
Vanno aggiunte una grafica notevole, una storia interessante grazie al mistero che riguarda il mondo di gioco e una giocabilità di alto livello.
Concluso con piacere ma con la distinta sensazione che l'avrei giocato volentieri per molto altro tempo ancora.
Un re del sollazzo di tutto rispetto.
Volgarr the Viking
Lacrime, sudore e bestemmie per questo platform vecchissima scuola (alla Barbarian) che mi ha tenacemente fatto tenere la PSVita in una morsa disperata mentre mi contorcevo per passare quel maledetto salto tra le fiamme.
Precisione e nervi d'acciaio sono fondamentali e non vi dico la soddisfazione di averlo terminato dopo innumerevoli tentativi, soddisfazione finita nel gabinetto alla scoperta che c'è tutto un altro gioco se lo si affronta partendo risolutamente dall'inizio e con inumana abilità si affronta il remix dei già letali livelli originali.
No grazie, sto bene così.
Owlboy
Non potevo inaugurare la Switch con un gioco migliore.
Dopo la brutalità di Volgarr ecco un gioco dall'aspetto delizioso che si fa giocare con serenità mentre si segue un duo/trio/quartetto improbabile alle prese con un gruppo di pirati robotici tra delle isole sospese.
L'estrema libertà di movimento del volante protagonista rende l'esplorazione un piacere e di cose da trovare nei meandri dei vasti livelli ce n'è in abbondanza e poi questo è uno di quei giochi dove lo shopkeeper è una sagoma.
Impegnativo senza disturbare santi in paradiso, bellissimo da vedere in movimento e con una punta di malinconia che non guasta mai in storie altrimenti troppo leggere.
Volume
100 livelli che prendono decisamente ispirazione dalle VR mission di Metal Gear Solid con in più una bella nota anarchica.
Puro gioco di infiltrazione, vedrà il protagonista invadere la privacy di pezzi grossi del suo totalitario governo in ricostruzioni virtuali delle loro dimore/uffici/fortezze, in una diretta simil Twitch per educare ed ispirare i suoi spettatori.
Alcuni gadget speciali aiuteranno nelle operazioni più complesse e la natura contenuta dei vari livelli mitiga le classiche attese dietro gli angoli per l'apertura di una via, tipiche del genere.
Il battibecco tra il protagonista e l'IA che lo aiuta sono piuttosto ispirati.
The Way remastered
Galeotta fu la somiglianza con il classico Flashback.
Una storia sostanzialmente triste ci vede fuggire dal nostro pianeta con la salma di nostra moglie per approdare in un mondo alieno dove abbiamo precedentemente scoperto qualcosa.
Non so voi ma in mancanza del suddetto Flashback non è che io abbia molto altro per stare alle...
"flashback switch"
SI
PUÒ
FARE!
Steamworld Dig
Chi l'avrebbe mai detto che da un piccolo platform dove piuttosto che saltare è d'uopo scavare si sarebbe arrivati a quel gran bello strategico bidimensionale di Steamworld Heist?
Giocato su WiiU e sul suo paddone per consentirmi una più naturale posizione steso sul letto da ozioso decadente, mi ha intrattenuto quel tanto che basta per farmi dire, mh, sì, caruccio.
The Messenger
Glorioso.
Un gioco che dietro alla sua patina di classico da anni ottanta nasconde un cervello che francamente non gli spetta.
Poderoso e ispirato al classico Ninja Gaiden, fa di un sistema di controllo semplice da usare ma con precisione il suo fiore all'occhiello.
Uno dei suoi fiori perché poi ci sarebbe l'umorismo di grande qualità che non manca mai di stupire e un storia immischiata nei viaggi nel tempo all'inizio insospettabile e man mano più ingarbugliata.
La linea della difficoltà sale senza pudore ma priva di sbalzi improvvisi e presto vi troverete immischiati ben oltre il semplice completamento dei livelli.
Mi sono sbagliato, il miglior shopkeeper ce l'ha The Messenger.
Dragon Age Inquisition
Non gli perdonerò mai di essere un gioco da cento ore di quasi nulla.
So che a molti è piaciuto ma rispetto a quanto scriveva e metteva in campo precedentemente la Bioware qui proprio non ci siamo.
Considerando che se anche Anthem finisse in mano a cinque milioni di giocatori probabilmente la Electronic Arts lo considererebbe un insuccesso, il futuro della casa di produzione di RPG con l'amore è abbastanza tetro (colpo critico).
Del fallimento di Inquisition ho già detto, fresco dall'esperienza posso solo ricordare i rari sprazzi di pregiata manifattura (i compagni sono sempre più speciali) galleggiare in una brodaglia stantia.
La scena di sesso con cui mi ha "premiato" il gioco è stata alquanto imbarazzante nella sua rigida pupazzosità e no, non ci tenevo affatto a vedere com'erano i capezzoli della mia Qunari, roba da rimpiangere la dissolvenza in nero.
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| vediamo un po' questi capezzoli, suvvia! |
Diablo 3
Il gioco dove si clicca su un nemico e questo tendenzialmente esplode, non prima di aver rilasciato un valore numerico.
È sorprendentemente fluido e studiato per passare ore senza dover impiegare più cervello di quanto non serva per ricordarsi di respirare.
Estremamente curato e apprezzatissimo ma niente più di un passatempo molto ben agghindato.
C'è chi sostiene astioso che vada rigiocato ai livelli di difficoltà superiori e il solo pensiero mi assale come una una combo 1, 2, pulsante sinistro, 5.618 danni da fuoco, exp 20.
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| io sono il grande boss che è già morto a neanche metà dello sproloquio. |
God of War
Ce l'avete un po' di tempo?
Non sono pochi che lo considerano il gioco dell'anno del 2018.
Io sono tra quelli che invece hanno avuto enormi difficoltà con questo titolo, di quelli per intenderci che nei primi scontri morivano dozzine e dozzine di volte chiedendosi, ma che cazzo sta succedendo?
Tagliamo la testa al toro ed ai vari tizi con il git gud sempre sulla punta della lingua e parliamo invece dell'introspezione che mi ha ispirato il quarto titolo ufficiale della saga.
Il primo dubbio è che io sia improvvisamente diventato una pippa clamorosa, magari colpa dell'età, della miopia galoppante, è artrite quella?
No! Ho ancora dei riflessi di tutto rispetto porca pupattola.
Allora ho scelto il livello di difficoltà sbagliato?
Partire al difficile è stato ambizioso ma è solo questo il problema?
No, i problemi, a mio avviso e dopo averlo giocato per molto, molto tempo (è un gioco infinito) sono i seguenti.
Le difficoltà iniziali con i nemici di base dipendono da due fattori.
Primo, credo di stare giocando ad un gioco d'azione come i vecchi God of War ma di fatto questo sistema di combattimento è ibridato con uno sparattutto in terza persona, come si evince chiaramente dall'enfasi nell'usare l'ascia come arma da tiro e dalla telecamera alle spalle del protagonista che ci lascia quindi con tre quarti del campo di battaglia fuori dall'inquadratura in cambio della schiena possentemente renderizzata di Kratos.
Senza le frecce colorate che indicano attacchi in arrivo da questi tre quarti non visibili, i combattimenti sono quasi impossibili.
Secondo, all'inizio e per buona parte del seguito mancano al personaggio abilità di controllo della folla che gli permettano di mantenere gestibili le mischie.
Tutte ottenibili con l'esperienza negli immancabili skill tree ma un paio gliele avrei concesse gratuitamente.
È però il sistema di combattimento ibridato che per tutta l'avventura mi è rimasto scomodo come uno smartphone grosso come una mattonella in tasca che ti pungola l'inguine con uno spigolo quando ti siedi.
Sono più le volte nelle quali non funziona che quelle nelle quali tutto fluisce naturalmente.
Parlando di ibridazione, ovviamente ci hanno aggiunto equipaggiamenti codificati per colore e valori numerici per dargli la "profondità da gioco di ruolo" ma da qui traspare un'altra vittima dell'ibridazione.
Mi spiego.
Se in un gioco di ruolo non ho il controllo diretto del mio personaggio, non posso cioè schivare un attacco premendo il tasto associato alla schivata nel momento ideale ma solo confidare che il valore numerico della sua abilità di schivare, con l'aggiunta di un valore arbitrario, sia superiore al valore numerico dell'attacco in arrivo, allora ha senso mettere oggetti indossabili che aumentano la resistenza a vari tipi di danno.
Se invece in God of War mi metti degli incantesimi da incastonare nell'armatura che aumentano la mia resistenza ai danni da gelo fino all'ottanta per cento, per me è un'ammissione di colpa e non sarebbe neanche necessario se i suddetti attacchi non fossero spesso letali.
Perché è la linearità della progressione della difficoltà che in questo gioco salta da un punto all'altro per colpa di valori numerici che spesso non collimano tra loro punendo una schivata fallita con un danno spropositato, in opposizione invece alla pervicace resistenza del nemico.
Un esempio su tutti è la regina delle valchirie.
Le normali valchirie sono dei boss ben studiati e francamente divertenti da affrontare, la loro regina condensa tutte le loro abilità in un unico nemico in grado di farmi esplodere con un attacco e mezzo.
Un combattimento da diversi minuti che può fallire con un attacco e mezzo andati a segno.
Abbassando il livello di difficoltà a "raccontami una storia", la regina rimane un temibile avversario con tutte le mosse che ha a disposizione ma il fatto che per uccidermi le servano cinque colpi a segno rende il combattimento fattibile.
Insomma, in God of War, temo a causa dell'ibridazione di meccaniche da RPG, va a farsi benedire soprattutto il bilanciamento.
Per il resto la grafica è sbalorditiva, prima fra tutti la barba del vecchio spartano, gli attori che danno le voci ai personaggi principali, come Baldur e Freya o i fratelli nani fanno un lavoro sontuoso in tandem con i loro corrispettivi poligonali, Kratos è finalmente un personaggio affascinante, grazie alla lettura che ne abbiamo attraverso l'ottica del figlio, il loro rapporto è ben studiato e reso efficacemente, Kratos è un padre distante perché la sua vita agghiacciante e la violenza che l'ha sempre accompagnato l'hanno segnato nel profondo.
I boss sono pochi ma per lo più uno spettacolo, un intero livello si svolge attorno al cadavere di un gigante colossale, a due passi dalla fine Atreus diventa un arrogante bamboccio ma per fortuna dura poco e chiunque abbia pensato che a poche ore dalla conclusione fosse l'ora di ampliare sostanzialmente il parco mosse di Kratos deve bruciare nel Muspellsheimr o soffocare nel Niflheimr che per giunta sono due livelli aggiuntivi alquanto deludenti nell'esecuzione, in particolar modo il secondo grazie al macinamento di testicoli dovuto alla raccolta di maledette, immancabili, rare risorse di stoc...o!
Gran bello ma tristemente contaminato da una volontà di fare un po' tutto.






























