giovedì 26 febbraio 2015

Due passi per Drangleic - 8

Questa non è una guida ma un insieme di pensieri confusi di un appassionato di Dark Souls alla scoperta del secondo capitolo. Se sapessi che qualcuno legge ciò che scrivo avviserei per la presenza di spoiler, ma siamo seri, su.

Cinquanta sfumature, tutte marroni.


Se volete calarvi nel buco senza fondo di Majula non fate come me e date più di 500 anime a quel sant'uomo di Gilligan, o prima ancora di poter urlare - avido bastardo - starete indossando l'anello del gatto in caduta libera.
Giocoforza qui bisogna sperimentare un po' e in breve trovo dove proseguire e financo una bella porta di pietra chiusa. Meglio del fondo del buco tutta la vita.
L'ingresso alla Tomba dei Santi è una suggestiva fauce spalancata di ratto e il primo incontro con i suddetti (i topi, che i santi li tirate solo giù dal calendario) avviene quando sono forzosamente evocato come spirito grigio.
Finalmente! L'occasione che aspettavo da una vita!
Salve amico giocatore di cui sto visitando il mondo, il fato mi ha chiamato qui per fornirti il supporto di Nababbo il Grigio, grande stregone della Terra di Mezzo che muore subito dopo investito da quattro pantegane formato famiglia e una simpatica tempesta di fuoco piromantica gentile omaggio del giovine permaloso.
Ok.
L'ostacolo principe è comunque la deliziosamente infida avanguardia dei topi, un boss composto da decine di ratti grandi come cani il cui numero viene continuamente rimpolpato da riserve e tra cui va individuato con attenzione l'unico cui dirigere tutto il nostro astio.

Non ti temo, ho la spada Mentos+5

Due chiacchiere con il re Ratto e via libera per lo Scolo.
Ma senza rapporto sessuale.
Lo Scolo è un luogo malsano, buio, sospeso nel vuoto e popolato da poveri disgraziati, insomma una gioia per un provetto esploratore come me.
Farsi una mappa tridimensionale dell'area è una sfida di per sé e ogni volta che si scopre un percorso nuovo è un nuovo salto nel buio.
Qui sotto ci ho bruciato l'equivalente di quaranta minuti di torce ma ne è valsa la pena.
Melinda il Macellaio che le mele le mette in bocca a voi, formiche fumaiole regina, gli idoli che sputazzano, scudi torre con le manate sopra, un'altra porta di pietra chiusa da aggiungere all'elenco sono tra le prime cose che mi tornano in mente.
La discesa non finisce mica così in fretta e dopo altre lunghissime scale e un salto della fede quella che mi si apre di fronte è la Gola Nera.

Il cui colore dominante è il verde.
Non fa una piega.

Sottoposto a un tiro incrociato impressionate di scatarrate multiple dagli stramaledetti idoli di 'sta cippa (perché quelli sono dei cazzetti di pietra che cercano di farmi un bukkake, capite il dramma?), uscite a sorpresa dalle pozze dei cosi tentacolati che potete ammirare in alto, millepiedi colossali che vogliono baciarmi alla francese e altre simpatiche amenità non stupitevi se una volta trovato il falò vicino alla nebbia abbia rilasciato un sospiro così forte da spegnere le pozze che avevo dato alle fiamme.
Il piatto forte è comunque l'antico che risiede in questo inferno putrescente, il mitico Puzzone, re incontrastato dei pupazzi di pietra la cui sconfitta ha richiesto che finalmente io tornassi alla scioltezza del gameplay del primo Dark Soul, ovverosia l'abbandono dell'assetto pesante e il ricorso ad un balletto di schivate perfettamente sincronizzate e affondi di spada ritmate con i colpi a vuoto del bestione.

- Abbandona le tue paure e torna qui in mutande.
- Le metafore finto-erotiche di questo post sono fin troppe.

È esattamente in questo momento che ho abbandonato ogni remora e ho riconosciuto che sì, con questo seguito è amore.

ABBRACCIAMI!

domenica 22 febbraio 2015

Due passi per Drangleic - 7

Questa non è una guida ma un insieme di pensieri confusi di un appassionato di Dark Souls alla scoperta del secondo capitolo. Se sapessi che qualcuno legge ciò che scrivo avviserei per la presenza di spoiler, ma siamo seri, su.

Due decine di tentativi posson bastare


Non c'è molto da dire su Forte Ferroso, saggiamente situato nella bocca di un vulcano attivo e raggiungibile dalla sommità di un mulino neanche lontanamente collegato ad alcuna catena montuosa visibile.
L'unica cosa da tenere a mente è di non camminare sulla lava fusa.
L'unica cosa che vi sarà difficile fare sarà di non entrare in contatto diretto con la lava fusa.
A discapito di quanto appena detto, le mie prime venti sonore sconfitte sono dovute alla presenza massiccia di richieste di evocazione ostili.
Sul ponte a due passi dal falò c'è un putiferio di insegne rosse e ad occhio di drago di cui ho abusato per farmi finalmente le ossa con il PVP.
Ho clamorosamente perso tutti i duelli ma l'impresa si è rivelata altamente educativa in quanto ho appreso finalmente i rudimenti necessari per il futuro.
Un futuro nel quale vinco qualche incontro.
Son soddisfazioni!

Urrà per un altro giro di legnate didattiche!

Nell'esplorazione della struttura le cause di morte più comuni sono l'avventurarsi all'interno della fornace senza averla prima spenta (mmmh, le vampate di fiamma sembrano ritmiche, forse posso schivarleeAAAARGGH!), il tentare di raggiungere degli scrigni criminalmente posti a galleggiare sul magma, due dei quali tuttora inviolati, il venire ingerito da un mimic raggiunto con grande fatica e aperto distrattamente mentre ancora ansimavo per lo sforzo, impalato da Richard il bastardo che non è più riapparso, gangbangato a morte al Campanile del Sole, il sempreverde "se salto da qui dovrei poter raggiungere" seguito dal regolare "tuffo fatale nella lava" e i diversi tentativi che ho fatto per venire a capo del Demone della Forgia, divertente mostrone che mi ha anche concesso la sua ragguardevole armatura dotata di un paio di corna di non trascurabile entità.

Le fiamme sono un abile escamotage per nascondere l'elmo a sfintere e
il pallore del mio pancino.

Raggiunta a costo di immani sforzi la leva all'interno del monumentale minotauro scopro con disappunto che non ci si può sbarazzare della lava e che, dio li perdoni, il boss finale dell'area, un sontuoso demone che si erge da un lago di magma sconfinato è in realtà un merdone con due attacchi telefonatissimi in croce la cui unica pericolosità è legata all'arena di dimensioni ridotte.
- Non mi prenderai mai con quei pugnetti ridicoli, eee-op! Schivat... PLONF! (tuffo nel magma)
- Eccomi bisognoso avventuriero, grazie per avermi evocato, cominciamo pure la pugna col demone! PLONF! (due secondi dopo)
- Bisognoso avventuriero numero due, non andare da quella parte, hai poco spazio di manovr... PLONF! (visto?)

Tutta scena.

La parte migliore è quando si china per eruttare fiamme dalla bocca e tu gli randelli l'orecchio.

Grossly incandescent?


martedì 17 febbraio 2015

Due passi per Drangleic - 6

Questa non è una guida ma un insieme di pensieri confusi di un appassionato di Dark Souls alla scoperta del secondo capitolo. Se sapessi che qualcuno legge ciò che scrivo avviserei per la presenza di spoiler, ma siamo seri, su.


La valle degli orti


Quando il primo falò a portata di mano è dietro una pozza di veleno capisco che qui tira una brutta aria, che poi posso anche vedere, è verde, densa e fortemente tossica.
Il posto ideale quindi per una giovane donna per riposare.
Non è altri che la famigerata figlia del fabbro, che a giudicare dal volto deve aver preso tutto dalla madre e che da tanto decantata esperta di minerali non vende un solo pezzo di titanite, che incidentalmente è quella che mi serve.
Con mia grande sorpresa in questo postaccio salta fuori l'altare del patto solare a cui dedicherò da ora in avanti le mie imprese nei mondi altrui, da bravo sunbro tutto dedito ad aiutare i miei colleghi giocatori ad attraversare la strada.
Tra giganti deformi, insettacci fungoidali e ciccioni sfatti armati di martelloni esagerati, come ciliegina sulla torta, il boss dell'area è Jabba the Hut, il cui attacco più pericoloso è quello dove stramazza su di un lato per poi girarsi un po' dopo un'era geologica.
Chiaramente io nel frattempo rotolo come un forsennato in schivate multiple solo per irridere il suo ego.

Magari non è evidente fin da subito, ma immaginatela con
dei bei baffoni e la pelle verde ed il gioco è fatto.

Da qui in poi mi aspetta la scalata di un mulino la cui complessa esplorazione è stimolante e fonte di un numero francamente imbarazzante di cadute nel vuoto.
Un particolare scrigno si pregia di avermi fatto battere il record di attività più prossima al rendermi vuoto.
Un altro particolare scrigno invece è stato il mio battesimo al ritorno dei mimic, fortunosamente privo di malaugurate masticazioni ma degno di menzione perché una volta sconfitta la creatura vedo uscirle l'oggetto che custodiva direttamente dal... retrobottega...
A conti fatti una delle aree più interessanti del gioco, ci ho passato parecchio tempo cercando di percorrerla in toto e di capirne i vari meccanismi.

Sarà colpa della posizione.

Una volta soddisfatto punto dritto verso la camera del capo, convinto fosse uno degli antichi e anche non esattamente conscio di aver reso lo scontro già più facile eliminando inconsapevolmente il veleno dall'arena.
Una bella medusa con la testa prêt-à-porter sarebbe la regina del luogo, che in un finissimo sottinteso dovrebbe farci intuire che la suddetta l'ha persa sia in senso letterale che figurato.
Esilarante l'attacco col quale me la lancia addosso.

Mulino esplorato con grande attenzione.

sabato 14 febbraio 2015

Due passi per Drangleic - 5

Questa non è una guida ma un insieme di pensieri confusi di un appassionato di Dark Souls alla scoperta del secondo capitolo. Se sapessi che qualcuno legge ciò che scrivo avviserei per la presenza di spoiler, ma siamo seri, su.

Prepare to jump


A Majula c'è un buco in terra con tante pozze di sangue attorno, ognuna di esse è un tizio che ha sperimentato con successo gli effetti della gravità.
Proviamo dunque ad eliminare la statua davanti alla torre con il ramo da poco ottenuto.
Spietri... depietrifi... impietr... uso il bastone sulla donzella pietrificata che con affanno torna di consistenza più piacevole al tatto.
Mi è così riconoscente che mi chiede un cambio d'abito e se sono interessato ad acquistare piromanzie varie.
Ho fatto un vero affare!
Così ci rimetto un duemila e rotte anime per equipaggiarla con un sontuoso set da fanteria.

Modello unisex

In breve scopro che il Bosco Ombroso si divide in tre aree, una chiusa da un cancello, un'altra chiusa da un portone e una con una nebbia così densa e dei nemici così irritanti che mi convinco necessiti di un particolare oggetto per venirne a capo.
Questo oggetto è la pazienza, e al momento non ho idea di dove sia.
Degna di nota la testa parlante.
Torno quindi sconsolato a Majula e nella chiesetta ritrovo la venditrice di miracoli che per sole duemila anime, che pare essere la somma su cui tutti gli NPC si siano accordati per turlupinarmi con successo, mi apre la strada al Boschetto del Cacciatore.
Con la Foresta e il precedente bosco siamo a tre.
L'area è di per sé facilotta, ma le innumerevoli morti che si susseguono sono tutte dovute ad oggetti posti al di là di salti da decifrare.
Per premiarmi di simili successi adeguo l'abbigliamento del mio PG di conseguenza.

Non te la meriti l'armatura reale.
Se ne riparla dopo il boss.

Ecco, il primo boss è divertente perché una volta tanto con lo scudo al massimo ti ci copri gli occhi da quello che sta per arrivare.
Ci sono un paio di trucchi da scoprire anche solo per potergli mettere le mani addosso, e oh cielo, quante gliene darete una volta che l'avrete arrestato.
Cinque o sei morti mi permettono di fare un quadro della situazione, sono in un corridoio semicircolare dove tenta di arrotarmi una biga, sono inseguito da scheletrini che si rianimano grazie ad un paio di necromanti da sgamare, dopodiché ho la strada libera per chiudere una grata sulla quale si spatafascerà il carro e dalla quale partirà finalmente la quantità di mazzate che mi sono tenuto da parte dai primi tentativi.
Superato il tutto, vicolo cieco e nanetto inquietante che non so come approcciare.
Trovo un'altra strada, niente da segnalare fino alla Royal Rumble di anoressici da portare a spasso e sfoltire un tanto alla volta.

Dritto sulle corna.

Da qui si apre una nuova area, verdognola, malsana e con una giovane donna abbigliata inadeguatamente che rimira un teschio.

Non lei, un'altra.


mercoledì 11 febbraio 2015

Due passi per Drangleic - 4

Questa non è una guida ma un insieme di pensieri confusi di un appassionato di Dark Souls alla scoperta del secondo capitolo. Se sapessi che qualcuno legge ciò che scrivo avviserei per la presenza di spoiler, ma siamo seri, su.


E giù, fino agli antenati del tardo medioevo.


Una volta giunto alla Bastiglia dimenticata col traghetto capisco che Dark Souls 2 comincia qui, come i cari messaggi pandimensionali amano ricordarci.
Imboscate, trappoloni e segreti abbondano, i nemici sono pericolosi solo se in gran numero con l'eccezione di quei simpaticoni che esplodono quando sbattono la faccia a terra.
Ecco, quelli mi mettono l'ansia.
Incontro nuovamente il cavaliere indolente, e memore di un paio di strafalcioni fatti con un paio di NPC, i quali ad un singolo attacco hanno risposto con un semplice "ma che cazzo ti salta in mente maledetto esagitato sociopatico" senza divenire subito ostili, e ricordando che Frampt lo dovevi svegliare a cazzotti nel primo e mai troppo citato capitolo, sferro un patetico pugnetto sul suo capoccione blindato.
La calma con la quale si alza mi illude per un istante di aver fatto la mossa giusta, poi purtroppo imbraccia una lancia e tenta di apporla più volte sul mio sterno.

- Perché, perché non mi parli?
- Mangulamammt...

Al terzo respawn a causa di un barile esplosivo colpito dalla mia inadeguata spada de foco torno a Majula e schiaffo un po' di titanite su un'omologa spada lunga semplice ma dalla lama bluastra.
La tattica si rivela vincente e in un attimo mi ritrovo dal boss, una certa Alessia che insieme a due amiche, nelle intenzioni dei programmatori, dovrebbe farmi maledire le loro congiunte.
Al secondo tentativo, tanto per cambiare, scopro che  tenendo lo scudo sempre alzato e una distanza ragionevole dalle sentinelle, la boss fight diventa una passeggiata di salute.
A venti ore di gioco la consapevolezza di non aver fatto manco mezza schivata contro i mostri di fine livello un po' mi demoralizza, ma almeno è un motivo in più per indossare la pregevole armatura del capitano.

Di' un po', ma un attacco imparabile proprio non ce l'hai?

Le cose si fanno drammaticamente serie quando arrivo nei sotterranei che conducono all'antro della Peccatrice, dove incontro la prima creatura in grado di mettermi in seria difficoltà. Poi da bravo vigliacchetto le faccio cadere tutte nella tromba dell'ascensore. Ora, non so se sia stata la strizza di dover passare di qui ogni qualvolta dovessi ritentare il boss, oppure anche questo cosiddetto antico sia una clamorosa pippa, fatto sta che al primo tentativo porto a casa il successo.
Chiaramente ho scoperto solo dopo, aiutando qualcuno online, che potevo accendere le luci nell'arena, ma il punto è che le uniche cose che rendevano difficile la Peccatrice (anima peccatrice o donzella peccatrice?) erano la portata della sua lama e la velocità di alcuni attacchi, per il resto scudo alto e giù botte dopo i suoi colpi a vuoto.
Ora, prima che qualcuno mi accusi di celodurismo ludico vi confesso anche che, saccheggiato il boss un totale di tre volte, con un congruo gruzzoletto di 50.000 animelle in saccoccia, scoprivo nel peggiore dei modi il PVP nel campanile dove le lasciavo tristemente a terra per poi, da bravo fessacchiotto, evocare un PG rosso a due passi dal falò al suon di "ullalà ma cosa sarà mai quella scrittina rossa là?" per tentare il duello dimenticandomi di tornare prima sul luogo del misfatto.
Sono cose che capitano.
Quando sei un pirla.

Will tank for souls

Ora, chi conosce il campanile starà già sghignazzando, ma gli schiaffi forti in faccia li ho presi solo dai giocatori che mi invadevano mentre tentavo freneticamente di esplorarlo, tutta gente dagli HP smisurati e danni esagerati.
Quando con un backstab levi meno di un quinto di punti ferita ti passa un po' la voglia...
Il boss del campanile in compenso è stata una mezza sorpresa. Alla quarta gargolla confesso che un po' mi sono preoccupato ma per non tradire le aspettative anche questi erano poco aggressivi e facilmente gestibili con un buono scudo.
Contate inoltre che in questa arena non rischi manco di cadere nel vuoto. A questo punto lo posso dire sì?

Mi fregate solo coi trucchetti!



domenica 8 febbraio 2015

Due passi per Drangleic - 3

Questa non è una guida ma un insieme di pensieri confusi di un appassionato di Dark Souls alla scoperta del secondo capitolo. Se sapessi che qualcuno legge ciò che scrivo avviserei per la presenza di spoiler, ma siamo seri, su.

Puzza di bruciato


È saltata fuori una nuova area ma un brutto energumeno che mi ha adocchiato dall'altra parte del ponte mi ha fatto riconsiderare il tornare sul mare.
Qui, complice il fatto che ho livellato in maniera forsennata grazie alle anime rilasciatemi dall'ultimo gigante, poi dal penultimo, seguito dal terzultimo e così via verso l'infinito delle realtà parallele garantitemi dal multiplayer, trovo che i cavalieri massicci che prima mi avevano preoccupato siano ormai dei poveretti alla mia mercé.
La mia e quella del randello gigantesco che ho rinvenuto in fondo alla villa.
Schivi con fare guascone il primo colpo, ti porti alle loro spalle e le raddrizzi con un paio di bastonate.

Randello sperimentato sui bastardi del prologo.
Ironicamente il randello ho rischiato di perderlo con lo scherzetto della cassa.

Una maestosa cattedrale mi suggerisce ci sia un bel boss all'interno ma le leve che ho operato finora hanno chiaramente preparato un'arena altrove, quindi proseguo col piano originale e affronto un avversario talmente pezzente come pericolosità che lo metto a nanna al primo tentativo.
Para, vai alle spalle, raddrizza le suddette e il gioco è fatto.
Gran bella figura caro il mio cavaliere del Drago...
Ringalluzzito torno alla cattedrale, varco il portale e...

ANCORA TU?

Ornstein, o meglio, il "vecchio" ammazzadraghi, privo di supporto del ciccione e dotato anche di un moveset di un certo spessore, cioè quello del primo capitolo.
Duello divertente finché non realizzo che tenere alto lo scudo vanifica il 90% dei suoi attacchi...
La culata che rilascia una sospetta nube viola però è divertente.
Ornstein, credevo fossi un cavaliere!
Seguo un paio di passaggi sotterranei che mi portano in una grotta dalla chiara atmosfera piratesca e popolata da Variaghi, vichingi con il vezzo di bagnarti d'olio per poi arderti allegramente, così, per ridere.
Ci sono anche un paio di brutture che ripudiano la luce e danno degli schiaffazzi di una certa magnitudo.

Ti assicuro che avevo mirato allo stomaco

All'arrivo della nave con le lucette blu fantasmatiche già pregustavo lo scontro con un capo pirata o con un vichingone barbuto ed irascibile, invece quello che mi trovo davanti è la sentinella flessibile...
Nome che può sembrare triste, ma solo se non li avete visti combattere.

venerdì 6 febbraio 2015

Due passi per Drangleic - 2

Questa non è una guida ma un insieme di pensieri confusi di un appassionato di Dark Souls alla scoperta del secondo capitolo. Se sapessi che qualcuno legge ciò che scrivo avviserei per la presenza di spoiler, ma siamo seri, su.

Fidarsi è bene...


Patetici, i primi soldati vuoti che mi trovo davanti sono patetici, un po' come i miei tentativi di parry e riposte.
La Foresta (due alberelli con fiumiciattolo di venti metri) lascia presto il posto ad un forte diroccato, introdotto da uno spiazzo dove, tra un gruppetto di babbei ciondolanti ed un cecchino di precisione olimpica, sosta immobile un cavaliere piuttosto imponente.
Forse la parola giusta dovrebbe essere indolente, visto che pare non esserci modo di interagirvi.
O meglio, un modo ci sarebbe, ma le svariate pozze di sangue intorno a lui suggeriscono di non fare lo stronzo.
Non c'è tempo da perdere, quindi via, in un turbinio di imboscate, trappoloni e attacchi alle spalle che lasceranno a terra le mie anime e diversi improperi.

uno alla volta perdiana, uno alla volta!

Uh, guarda, una scala che conduce ad uno spiazzo!
Uh, guarda, un enorme cavaliere corazzato tanto da avere la testa piccolissima in proporzione mi viene sparato dall'alto da un'aquila per le operazioni di dispiegamento tattico rapido!
Uh, guarda che spadone esagerato che ha e quanto poco danno gli faccio io!
Uh, guarda come s'è fatto tardiiodevoproprioandareciao!
Dopodiché vengo fatto a pezzi da una deflagrazione biblica che almeno apre una scorciatoia.
Recuperate le anime mi imbatto in un incrocio degno di menzione.
A destra, un set di balliste per polverizzare l'incauto avventuriero che dovesse chinarsi a raccogliere gli oggettini luccicanti, a sinistra un gigante corazzato circondato da barili esplosivi e lanciatori di miniciccioli, davanti un tizio sospettosamente simile nei modi a Patches, parcheggiato davanti ad una grata che si chiuderà alle mie spalle una volta attraversata.

il mio primo parry con riposte, leggermente più godibile del nuovo backstab da pazzo maniaco omicida

Vada per le balliste.
Il mio piano è semplice, entro di corsa e vengo più volte brutalizzato dai quattro soldati finché non realizzo che la spada lunga ha un utilissimo affondo che capovolge da ora in poi le sorti di ogni scontro.
Mai stato bravo a pianificare.
Com'è come non è arrivo al boss, un gigante lento a cui scorticare le caviglie a colpi di spada.
Una versione triste dell'Iron Golem.
La scintilla d'amore scatta quando provo a farmi evocare.
Rincorrendo pimpanti giocatori scopro passaggi segreti, un paio di luoghi che mi erano sfuggiti perché sono un pirla, il fatto che posso affrontare virtualmente all'infinito il bosso sconfitto, guadagnando migliaia di anime a botta e che il bestione corazzato di prima è un boss che sta lì, a due passi.
Un giocatore lo tiene impegnato, l'altro opera una delle due balliste che gli fanno un danno esagerato, quando lo prendono, altrimenti il danno esagerato lo fanno a voi sparandovi ad alcuni metri di distanza.
Grazie, sei un amico caro il mio fantasma blu.

nella foto, un amico.

A questo punto è chiaro che il multiplayer qui fa la parte del leone ed è genuinamente divertente collaborare in un titolo che ti pone spesso in inferiorità numerica ed in posti pieni di insidie, almeno quando non capiti nel mondo di uno che prende a spadate ogni muro che incontra nella speranza di aprire un passaggio.

giovedì 5 febbraio 2015

Due passi per Drangleic

Questa non è una guida ma un insieme di pensieri confusi di un appassionato di Dark Souls alla scoperta del secondo capitolo. Se sapessi che qualcuno legge ciò che scrivo avviserei per la presenza di spoiler, ma siamo seri, su.

Primi baci


Cosa diamine è successo alla mia faccia?
Come si è arrivati a quest'ammasso di carne verdognola e putrescente coi capelli radi e le palle degli occhi da pesce bollito partendo dalla dignità di una forma spirituale ma integra di Demon's Souls e la mummia essiccata ma dal colore accattivante del non morto del primo Dark Souls?
La lunga, infinita, pedante spiegazione me la danno le vecchine nella casa di Bilbo Baggins che ricordandomi chi fossi materializzano nel mio inventario un'armatura da falconiere e una scodella di fulvi capelli sul capo e un paio di baffi ragguardevoli sotto un naso ristorato ad un più gradevole incarnato.
Cinque minuti dopo torno in forma zombesca fallendo un salto.
La successiva mezzora la passo facendomi trollare da due ciclopi messi lì solo per farmi maledire le nuove animazioni che mi rendono indecifrabile la schivata e farmi tornare ad un aspetto indecente.
Questa è la prima cosa che apprezzo, prendi troppi schiaffi e vedrai letteralmente regredire l'umanità del povero tapino di cui hai le redini.

andatevene affanculo voi e il mo-cap

Messo in saccoccia l'orgoglio insieme ad abbastanza castagne da portar via, grazie, cedo al buonsenso e scopro, in tutta la sua magnificenza da amena località, Majula, le cui scogliere e i logorroici NPC sono fonte di stupore.
Santo cielo quanto piace a questa gente il suono della propria voce.
In particolar modo il Crestfallen Warrior ha un'urgenza di dirmi tutto, ma proprio tutto, fin nei minimi dettagli, riguardo alla geografia del posto.

Ah, i bei vecchi tempi di "suona le campane e buona fortuna, pezzente"

Con la sottigliezza di un blocco di granito per piramidi di una certa importanza il ciarliero pronipote di una casta di gioviali soldati mi suggerisce di passare prima per la Foresta dei Giganti.
Rincoglionito da un'altra decina di minuti di chiacchiere infinite con la gatta, il balbettante mercante e la dama, e qui vorrei che rileggeste, DIECI minuti di chiacchiere con NPC in un Souls, anche spinto dalla mia indole ribelle prima vado verso una torre con una povera disgraziata pietrificata su una leva, protetta da due mostruosità con un grave caso di ritenzione idrica alle gonadi, poi scendo attraverso la chiesetta verso una serie di passaggi sospesi sull'acqua, tra bellissimi monumenti e guardie corazzate che sembrano parenti prossimi di quelle di Anor Londo.

ma non era la foresta quella dei giganti?

Tutto considerato credo che farò un salto alla Foresta dei Giganti, sapete?
Ma prima devo sopravvivere all'attacco di tre maialini non morti con il decuplo dei miei punti ferita e le cui testate sono più dolorose delle spadate del tizio qui sopra.