martedì 26 luglio 2016

Mitridate VI Nabautore - Farnace erede al trono

Questo è un aggiornamento pregno di dolore, purtroppo non solo per la venuta a mancare del nostro amato magnifico signore ma anche per lo sconsiderato tradimento dei fu alleati seleucidi e delle vite perse in una lunga guerra contro la loro disonestà.

Antioco III, si dette da fare.

Quando Alessandro Magno morì, i suoi carissimi generali non persero tempo per decidere chi dovesse succedergli e mentre vi risparmio le atrocità che molti di questi stimati signori scelsero di compiere per il potere, e ne fecero di disgustose, sappiate comunque che dopo un periodo alquanto burrascoso si divisero l'impero come segue:

Verdi come l'invidia.

Si distinsero per durata i seleucidi ed i tolomei che, per non farsi mancare nulla, non fecero altro che scambiarsi l'esatto opposto di un gesto di pace per un numero inquietante di anni. Si contesero la Siria come se non ci fosse un domani e per fare un esempio dell'aria che tirava se, come spesso accadeva all'epoca, un esito non li soddisfaceva correvano a piangere l'aiuto del senato romano. Chissà come mai poi questi conquistarono mezzo mondo...
Sebbene la dinastia seleucide potesse contare sul territorio più vasto, la vasta eterogeneità delle popolazioni racchiuse in quei confini (si arrivava fino all'India) contribuì ad una scarsa coesione che non potè reggere il peso delle continue pressioni interne ed esterne.

Terreno di conquista privo di conseguenze catastrofiche, si sperava.

Filippo il macedone l'aveva capito subito.
Vuoi un impero? Ristruttura il maledetto esercito.
I fantaccini sono stati sufficienti per piegare le difese della colonia greca di Trapezus (poi Trebisonda) e hanno dato l'accesso al reclutamento dei diofori, fanti leggeri armati di lancia e meno patetici dei miei coscritti, seppure al caro prezzo di essere adornati da comuni tuniche bianche.
Tali forze sono prontamente reclutate al posto di una seconda falange di opliti che il fato mi ha negato e preventivamente addestrate per proseguire l'incursione lungo le coste del Mar Nero se non fosse per un  evento catastrofico.
L'alleato seleucide, il più vasto impero dei dintorni, stracciava la nostra alleanza e muoveva delle truppe verso la città liberata di Mazaka (oggi Kayseri).

Li mortè!

Riuscendo a far convergere alcune guarnigioni in un solo esercito, in mancanza della forza d'invasione altrimenti dislocata, un imberbe terzogenito, Spartikles, si occupava di eliminare la minaccia e, se la cosa non dovesse colpirvi come incredibile, ricordate che buona parte delle mie risorse belliche riguarda il colore dei pantaloni.
Scongiurata la minaccia più impellente non potevo mostrare alcuna debolezza, ragionando che l'aggressione a tradimento doveva essere scaturita dall'impressione che il mio avversario già mi considerasse vulnerabile, rinunciavo quindi all'espansione ad est, che poi avrebbe comunque favorito il mio alleato armeno, per portare la mia attenzione e quella dei miei soldati sulla città di Tarsus (oggidì un più semplice Tarso) con un bello sbocco sul mediterraneo ed in prossimità con la ricca Antiochia.
Questi due motivi e la mia sete di vendetta accesero un fuoco che arse uomini grandi e piccoli negli anni che seguirono.

Apparso a Tarso. Il mio esercito.




La campagna di conquista parte con i peggiori auspici. Mitridate muore nei giorni di preparazione dell'assedio lasciando il comando dell'esercito e del regno al figlio Farnace.
Quest'ultimo, onorando la memoria del padre prendendo il nome di Filopatore ed approfittando dell'azione bellica dei mesi precedenti che aveva costretto i difensori entro le mura, decide di non attendere oltre e sfonda il perimetro in due punti costringendo dapprima gli avversari a dividersi per poi rinculare al centro dove venire circondati.
La battaglia non è facile ma la città cade in mano pontese. Pontense? Pontoica? Facciamo ponta.
Considerando velocemente le opzioni disponibili risulta subito chiaro che un'alleanza con i tolomei sia fondamentale per non dover gestire da soli quella che si rivelerà l'implacabile macchina bellica seleucide che mostrerà i muscoli e le dimensioni della propria tesoreria con il palesarsi di un'infinità di armate.
La città di Antiochia è messa sotto assedio dai Tolomei, decisi a contendersi un pezzo della via della seta e questo mi spinge ad un falso senso di sicurezza.
I cittadini di Tarsus ci odiano e nel giro di un paio d'anni cacciano il nostro giovane governatore assieme alla guarnigione di stanza in città, sollevandosi in una violenta insurrezione.
Al contempo Antiochia non cade e le armate tolemaiche battono in ritirata, esponendo la mia instabile frontiera all'ingresso di truppe di rinforzo.

Grandi sacrifici.

Costituendo due armate diverse ed un terzo piccolo distaccamento di forze cerco di mettere in pratica l'unica cosa che possa permettermi di riconquistare Tarsus ed evitare la catastrofe.
Farnace con i veterani, nella sua marcia verso la frontiera, elimina ogni armata nemica nella quale si imbatte, non potendo permettere che eventuali sopravvissuti ingrossino le fila degli insorti o si ripresentino in un secondo momento.
Pairisades, giovane militare acquisito dalla famiglia reale con un matrimonio, si occuperà invece di cingere d'assedio la città per riprenderne il controllo e lo farà portandone gli abitanti alla fame, tenendoli prigionieri con le sue armate all'interno di mura che non desidera scavalcare.
Dionysiphes, il giovane ex governatore, con un manipolo di fanti taglierà le linee commerciali della regione prendendo possesso del porto.
L'unica vera possibilità di successo è che Farnace tenga lontani dalla città eventuali rinforzi.
Purtroppo la rinnovata offensiva tolemaica svanisce come neve al sole e dopo due anni d'assedio si presenta alla frontiera un esercito seleucida imponente, il cui generale siede a cavalcioni di una truppa di quindici elefanti da guerra.

Elefanti imbizzarriti calpestano i propri alleati. Vorrei poter dire che è calcolato.

Mentre le linee di fanti, con al centro gli opliti, assistiti ai lati dai soldati più leggeri, si occupano di tenere al sicuro i tre reparti di arcieri, questi ultimi, su comando del pronto Farnace che per tutto il cimento ha cercato di tenere occupate le immani bestie, alla vista della carica degli elefanti sul centro della propria formazione, convergono tutto il loro fuoco, e di tale elemento si tratta, nella guisa di salvifiche frecce infuocate, sui pachidermi, spaventandoli e innescandone l'imbizzarrimento.
Due reparti di militari seleucidi finiscono calpestati dai loro alleati, risultando nella tenuta della linea ponta e permettendo alla cavalleria di eliminare il generale avversario.
A questo punto l'offensiva si sgonfia e interi reparti nemici si danno alla fuga.
Rinviato l'inevitabile risulta subito chiaro che non posso lasciare i miei uomini qui alla frontiera quando i sopravvissuti stanno già rinvigorendo due nuove armate presso Antiochia, Farnace quindi si inoltra in pieno territorio nemico per attirare su di sè le soverchianti forze nemiche, da cui viene successivamente battuto in più occasioni portandolo infine a liberare i suoi uomini per evitare altre perdite e tentare una fuga in solitaria verso l'Armenia, trovando nei Tolomei un inutile alleato.
Le incredibili tribolazioni del re permettono però a Pairisades di riprendere la città di Tarsus e scatenare una terribile rappresaglia sulla popolazione affamata ma ancora ribelle.
Tutti i civili vengono passati per le armi da soldati inferociti ed esausti dopo il lungo assedio e nuovi coloni, più fedeli alla corona, subentrano nelle loro case. Veniva così terribilmente risolto il problema della instabilità della regione (gli assiri sono stati degli ottimi insegnanti).

E adesso ridiamo un po'.

Chiudiamo questo capitolo sanguinario con alcune considerazioni più felici.
La prima potete ammirarla in alto.
Sciiti, Parti e Battriani si alleano con il regno del Ponto contro l'impero seleucide, richiamati dallo spirito indomito dei nostri eroi.
Le città indipendentiste greche propongono e firmano un cessate il fuoco che gli facciamo suggellare con un tributo di 4.500 talenti.
Le nuove caserme costruite nella mia capitale Amasia (dal nome della moglie del defunto re) con le ricchezze ottenute dall'ultima conquista mi danno accesso a forze armate finalmente degne di timore, che potevo anche prepararmi prima, a ben vedere.

Approfondimenti storici all'acqua di rose grazie alla mia memoria ed alla collana del National Geographic La Grande Storia, di cui mi sono sparato i primi dodici volumi in una maratona molto soddisfacente per la mia curiosità.




Nessun commento:

Posta un commento