domenica 4 ottobre 2015

Youtube I can not - Zit' & Run

Abbiamo già imparato che un semplice obiettivo non sempre si traduce in una operazione facile, stavolta però il fato posa un occhio benevolo su di me ed evita che i primi a tradirmi siano i mezzi di cui dispongo.
Sempre fedele alla comodità di non registrare anche un commento audio che non saprei da che parte cominciare a montare in sincronia al video che segue, vi esorto per l'ennesima volta a scorrere il testo in contemporanea alla visione del filmato, comodo escamotage anche per evitarvi di mettere impropriamente il video a schermo intero rivelandone viepiù l'imbarazzante definizione.



Onde evitare penose divagazione nella palude, il cui fradicio abbraccio già abbranca le miei caviglie, mi munisco di comoda mappa per puntare deciso al gruppo di casupole semi sommerse dove sono raccolti i fusti di benzina che dovrò fare brillare in una professionale operazione di infiltrazione alla zit' & run, ovverosia silenziosamente, non visto e rapido nel fuggire.
A tal scopo seguo istintivamente il profilo delle ombre proiettate dagli arbusti, la cui scorta sfrutto per arrivare non visto ad una fortunosa copertura che ospita un quad. La parte run del piano è a posto, pare.
Tutt'altro discorso invece per quanto riguarda la zit', visto che un molle perdigiorno che ciondolava sul pontile pare avermi visto avvicinare, o più propriamente sembra aver visto un'ombra sospetta, perché sono sempre un commando di tutto rispetto, comunque sia la sua inopportuna curiosità va immediatamente punita con i tutt'altro che silenziosi sette colpi di pistola che rivolgerò a denti stretti alla sua sfortunata sagoma.
L'immarcescibile bersaglio perdura nel ricevere colpi, quando finalmente cede all'overdose da piombo un suo compagno, non sordo alla fanfara di esplosioni, si intromette colpendomi non visto dal fianco della baracca.
Ligio all'esperienza del non risalire in linea retta la traiettoria dei proiettili a me destinati, sconfino sulla destra attraversando lo stanzone con l'intenzione di prendere alle spalle il difensore di cui ignoro l'esatta posizione.
Esatta posizione che per sua sfortuna scopro essere, non appena uscito all'aria aperta, proprio dietro ad un barile e più precisamente la cui testa si pone esattamente davanti alla canna del mio fucile.
Con il bersaglio della missione ormai chiaramente visibile oltre il velo dell'acqua, e consapevole di essermi bruciato qualsivoglia velleità di appropinquamento nell'ombra, il fortunoso posizionamento di una mitragliatrice leggera risolve la questione del come procedere in un attimo.
Imbracciato il potente mezzo di ritorsione, ne scarico la potenza devastante all'indirizzo dei barili e del misero tapino postovi incautamente a guardia, in una manciata di secondi di gradevoli fuochi d'artificio.
Lo sbuffo di fiamma che si innalza sul finale decreta il raggiungimento positivo dell'obiettivo prefissatomi, innescando prontamente la corsa in direzione del mezzo di fuga rinvenuto all'inizio.
In quello che mi piacerebbe definire un baleno torno lesto sui miei passi per saltare in sella ad un mezzo che divora la strada verso la libertà e al contempo le speranze dei sopravvissuti di colpire il responsabile del sabotaggio.


L'onestà intellettuale di due cacciatori.


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