domenica 12 gennaio 2020

mmmmh, it smells like Steam in 2019

In barba a quanto dichiarato precedentemente qui ci sono una bella accozzaglia di pesi massimi di cui ben due sono pure del 2019, dev'essere un complotto delle multinazionali videoludiche per vendere più giochi a me specificamente.

Just Cause 3
Scansando del tutto l'uscita del quarto capitolo, pare appesantito da problemi che ignoro se siano mai stati risolti, ho inaugurato il 2019 in salsa monopolio PC con le aspettative di chi ha rivalutato recentemente Just Cause 2.
Mi aspettavo esplosioni ed ho avuto esplosioni che esplodevano anch'esse.
Mi aspettavo una mappa pressoché infinita e ne ho avuto una meno esagerata ma più focalizzata.
Mi aspettavo il ritorno di un sistema di navigazione che rende obsoleto ogni automezzo ed ho ricevuto la combo di un doppio rampino e delle ascelle palmate che si è solo un attimo appannata in presenza del jetpack.
Mi aspettavo nuovi metodi di eliminazione dei fantaccini in salsa italiana e le cose che ho fatto loro coi rampini sono indecenti.
Mi aspettavo di giocarci per secoli ed invece, DLC installati al seguito, l'ho giocato solo 44 ore invece delle 73 del precedente.
Mi aspettavo fosse chiaro ma il solo della frase qui sopra è chiaramente ironico.
Mi aspettavo fosse amore invece era il calesse che ho sempre desiderato fin da piccino.


Se solo Salvini sapesse cosa ho fatto ai porti della sua caricatura...



Eternal Castle Remastered
Il raro caso di un incontro fortunato su Steam, luogo di sepoltura di migliaia di giochi che non vedranno mai i giocatori a loro destinati perché oscurati nelle anguste liste delle nuove uscite da decine di migliaia di micro DLC.
Stregato immediatamente dai colori acidi, grafica a contrasto e animazioni di flashback/prince of persia - na memoria.
Bastardo come pochi, forse eredità da anticaglia del 1987, se si stringono i denti si può portare a compimento in tempi brevi.
Non ho capito un'acca della trama ma è molto probabile che la colpa sia mia.
È pure italiano!



REDO!
A discapito del nome l'ho giocato una sola volta a Febbraio per riprenderlo solo pochi giorni fa alla scoperta che il New Game + val la pena di essere provato (l'ho pur detto che la colpa generalmente la si può attribuire al sottoscritto).
Breve, intenso e leggermente desolante gioco della scuola Metroid e Castelvania, frutto del lavoro certosino di un solo individuo, tale Robson Paiva, avrebbe dovuto far parte della lista itch.io ma all'acquisto c'era anche una chiave Steam, pertanto...
Tutto quello che dobbiamo fare è salire sul tetto della cattedrale solare
e rispondere alla chiamata di un altro umano, l'unico oltre a noi, visto che pare siano rimasti solo essere artificiali, i più ostili dei quali sono delle abominazioni dalla spiccata creatività.
Come da copione, esplorazione, combattimento e boss sono gli ingredienti principali.
Siamo ormai ben viziati in questo genere ma questa piccola perla non sfigura, francamente.



Assassin's Creed Odyssey
Del ritorno del figliol prodigo (io) tra le braccia della saga ho già scritto qui e qui, pertanto che altro dire?
È una eccellente perdita di tempo, con un aspetto davvero spettacolare, la possibilità di giocarlo praticamente senza informazioni accessorie a video senza perderci niente ma guadagnandoci nell'esperienza, tanto, tanto combattimento, navale ed asciutto, tanti tanti calci di spartana memoria verso pozzi, scogliere, muraglie, faraglioni, tetti, cime, sentieri scoscesi, ponti, ponti navali, pontili, scalinate, fortezze, monti olimpici, cave, templi e qualunque, ovunque essa sia, differenza di altezza di almeno un paio di metri. LA GIOIA.

E il culto di Kosmos muto.


Heaven's Vault
Quest'anno ci sono stati due giochi che hanno fatto della scoperta, dell'esplorazione e della fiducia nelle nostre capacità intellettive le loro colonne portanti e Heaven's Vault è uno di questi.
Se il pedigree degli sviluppatori non vi fosse noto, la inkle LTD ha al suo attivo i quattro episodi di Sorcery! e 80 days che fanno della narrazione e dell'intrecciarci intorno una meccanica originale la loro cifra distintiva. Nel caso non li abbiate mai provati fatelo, tutti gli altri, con me.
Partendo dal presupposto che tradurre un linguaggio antico e dimenticato è affare difficile se non si ha la fortuna di imbattersi in una stele di Rosetta, qui noi ne abbiamo a disposizione un'infinità di piccoli pezzi mano a mano che porteremo avanti la scoperta di nuovi siti archeologici e ci aiuteranno a mettere insieme un vocabolario per questo linguaggio (inventato) e a noi sempre più familiare.
A parte un piccolo aiuto saremo noi a dover dare un senso ai simboli, alle loro apparizioni in combinazioni per ottenere parole complesse o concetti meno elementari e per tutto il gioco questo sarà il nostro compito fondamentale.
Ad arricchire il tutto il classico mistero ultimo da svelare, dialoghi numerosi e a scelte multiple, un compagno di viaggio pieno di sorprese e uno stile grafico che si distingue per non prevedere la solita società di ispirazione smaccatamente occidentale.
Il new game + promette un linguaggio più elaborato e tante parole nuove da scoprire.



Dark Souls Remastered












E vabbè, qui giochiamo in casa. Ennesima sgambata in quel di Lordran per un vecchio affezionato.
Tutto quello che posso dire è che gira più che degnamente senza patch artigianali, è pieno di mascalzoni infingardi e bari in pvp, puoi evocare più persone ma che francamente, coi soldi fatti finora e con l'occasione della rimasterizzazione, potevano pure mettere mano a Lost Izalith per renderla quello che volevano fare all'inizio e non la fiera del ho finito soldi e tempo che poi è diventata.
Vabbuò.

oltremodo compiaciuto


Hexen: Beyond Heretic
Vecchia gloria di cui possedevo finanche la copia originale col cd-rom che se inserito nell'autoradio permetteva di ascoltare le evocative musiche di gioco, anche perché il gioco in sé non è che potesse riempire ben 650 megabyte quindi tanto valeva metterci la musica non compressa.
Un bel Doom ad ambientazione fantasy con delle mappe piuttosto intricate e tanti, tanti nemici da spupazzarsi a colpi di spada o incantesimi.
Per i palati esigenti dei giocatori moderni è praticamente necessario moddarlo per avere dei controlli meno antiquati.
Come per tutte le cose tinte dalla nostalgia, lo si ricordava meglio di quanto non fosse, fermo restando sia uno sparatutto ben solido.



Danganronpa: Trigger Happy Havoc
La mia positiva esperienza con Virtue:Last Reward (e sì, i giapponesi e i loro titoli alla Kingdom Hearts) avrebbe dovuto avallare l'acquisto della nuova serie della Spike Chunsoft eppure una cosa mi ha trattenuto per diverso tempo.
Il prezzo di tutta la dannata trilogia non è affar da poco, comunque, abbandonati gli indugi grazie ad un bello sconto mi son potuto godere il capostipite e santi numi che visual novel pazzescamente intrigante seppure piena di totali assurdità da anime nipponico.
La premessa è forte con dodici studenti che, con l'inganno, si ritrovano rinchiusi in una scuola da incubo ed esortati a commettere l'omicidio di uno o più dei loro compagni e passarla liscia per ottenere la libertà.
Sarà compito degli altri smascherare il colpevole pena la loro esecuzione (con logica, deduzione e mini giochi sempre più inutilmente inciampati).
Da qui, parte una specie di Phoenix Wright distopico che comunque non perde occasione per alleggerire i toni mentre l'accumularsi delle domande su quale sia l'identità dell'aguzzino, sulla veridicità delle sue parole e sul come fuggire da lì arricchiscono la trama solo a tratti sconclusionata.
Il tutto condito con le solite chiacchiere interminabili tra coetanei tipiche del genere.
È il classico tipo da manga dove la premessa è folle e tu vuoi vedere dove l'autore andrà infine a parare (spesso malamente che anche lui non ha proprio le idee chiare) che qui funziona.
Divertimento assicurato.

ricordate solo che in italiano davanti alla b ed alla p ci vuole la m.


Nier Automata
Molti si sono sorpresi con Nier ma io sapevo a cosa andavo incontro perché sono uno dei quattro gatti che hanno giocato al precursore su Playstation 3 portandolo alla conclusione definitiva, quella che ti azzera la memory card per il disturbo.
Ho schivato ed ignorato pervicacemente ogni spoiler ed alla fine anche io sapevo, potevo unirmi al discorso collettivo sulle sue stranezze, sorprese e idee, peccato fosse esaurito da almeno due anni.
L'inizio non è facile, sappiatelo.
Parte come uno shoot'em up da sala giochi, quello con le astronavine per intenderci.
Poi salti a terra ed eccolo lì, il tocco Platinum Games, uno scontro impossibile tra un androide vestito, per il nostro imbarazzo, da lolita ed un enorme escavatore a suon di katane brandite con quella che sembra la forza del pensiero.
Bon mi dico, ben strano, chiudiamola qui e riprendiamo dopo.
Il gioco non salva e non è possibile farlo manualmente fino a che non ci si sciroppa tutto il prologo, un'ora e mezza di un livello bruttino senza particolari momenti di interesse.
Poi arrivi dove finalmente puoi salvare e la palette cromatica è in bianco e nero.



Dopo aver però testato la nostra fede il gioco si apre e le bizzarrie del suo mondo e della sua trama possono finalmente essere apprezzate.
I controlli sono fluidi e combattere è un piacere, ci sono quest secondarie piuttosto bislacche, le musiche sono superbe ed è implicito che il tutto vada rigiocato almeno un'altra volta (al che scoprirete la pletora di finali, la stragrande maggioranza dei quali di fatto dei peculiari game over) proprio come per il primo Nier e proprio come lui acquisirete una nuova prospettiva su tutta la storia e si ripeterà, se vorrete, l'estremo sacrificio dei vostri sudati dati di salvataggio.
Nier Automata è un bel gioco, seppure aggravato da una scarsa ottimizzazione per PC (altra patch artigianale in soccorso) e dal fatto che sia il frutto molto poco edulcorato della visione del suo designer di punta ma non ne troverete altri come lui.



The Evil Within
A proposito di idee bislacche, ecco qui un horror piuttosto esplicito che con la scusa del mondo immaginario ci da dentro con lo splatter ed il saltellare allegramente da un ambiente all'altro, passando per ospedali psichiatrici, villaggi oscuri, zone industriali dismesse e città devastate da cataclismi piene di incubi da evitare e una massa di pseudo zombie da riempire felicemente a pallettoni.
C'è un po' di tutto in The Evil Within, trappole da preparare, un po' di azioni di soppiatto per avere un vantaggio, armi sfiziose, battaglie con boss, sezioni di combattimento vero e proprio ed il tutto funziona piuttosto bene anche se alcune delle sezioni da attraversare in punta di piedi sembrano più dei puzzle con un'unica soluzione, il che vuol dire che farete numerosi tentativi per portarle a termine.
La trama è balorda, l'orrore c'è e spesso ci sarà da fuggire e, peggio ancora per i propri nervi, sfuggire da mostri imbattibili mentre si è confinati in un'area chiusa da sbloccare passo per passo.
Questo rende l'esperienza altalenante ma perlopiù positiva.
Non lo rigiocherò mai più.
Anche perché il seguito è nettamente migliore ma ne parleremo poi.



Halo: The Master Chief Collection
Aureola: Mastro Capo, la collezione.
Ho sempre amato Halo nonostante il nome del protagonista e la possibilità di rigiocare su PC il primo, secondo, terzo, quarto, il prologo e pure l'episodio spurio non me la sono lasciata scappare.
Ciò non toglie che siano fuggiti il primo, il secondo, il terzo, il quarto e pure l'episodio spurio, lasciandomi solo con Reach, l'unico al momento disponibile.
Come ho già scritto altrove è stato come rimettersi un vecchio guanto per il cuore.
Non mi sono azzardato a passare per il multiplayer, nossignore, ho ancora dell'amor proprio e per me Halo in multi è con due xbox, una coppia di televisori e altri sette sciagurati.
E cosa dire?

Non lasciate il volante di un Warthog all'IA, amate il fucile a pompa, schifate quello al plasma, non contate sulla sopravvivenza dei vostri compari, usate il lanciamissili come un ladro a D&D userebbe un pugnale, sappiate che le pistole sono ottime, plasma e non, non correte verso un Wraith in linea retta, il fucile da cecchino è devastante anche senza ottica e le granate al plasma sono infingarde, non contateci troppo.
Se poi volete prendere la trama sul serio, qui c'è una melanconia che vuole la vostra partecipazione.
Ho ancora l'edizione da collezione per Xbox360, con un diario finto che si sono impegnati davvero molto a rendere credibile con note a margine, scrittura a mano, fogli e foglietti sparsi, insomma quando la paccottiglia di una collector's edition non erano statuine dal valore e dall'aspetto discutibili o rumenta scaricabile in gioco.



Warhammer 40,000: Dawn of War 2
Uno dei miei primissimi giochi attivati su Steam e rigiocato recentemente per ovviare alla mancanza di giocatori in carne e ossa per le migliaia di miniature che mi sono smazzato a dipingere, vatti a fidare di chi ti introduce ad un hobby, è un solido strategico in tempo reale che si gioca come un rpg moderno con le abilità giuste da attivare al momento giusto mentre ci si alambicca il cervello per spostare le quattro unità a disposizione nelle posizioni ottimali.
L'unità da assalto e quella dei devastatori sono un vero piacere da usare.
La campagna è moderatamente lunga e c'è un attivo multiplayer che evito volentieri e diversi DLC quasi tutti orientati alla sfida con altri giocatori.
Tengo le dita incrociate per poter avere un nucleo di persone con le quali tirare secchiate di dadi e pretendere che non si stia giocando con dei soldatini perché che ci crediate o no, Warhammer 40,000 su un tavolo è assai sfizioso.

'Va che avanguardia.



The Lion's Song
Quattro vignette su alcuni personaggi della Vienna dei primi del '900, una compositrice, un pittore ed una matematica in primis, con le loro storie scritte con una spiccata sensibilità ed una veste grafica quasi monocromatica ma di grande efficacia, di cui apprezzo particolarmente il character design.
Ogni episodio è tecnicamente più complesso e curato, le storie si incrociano tra loro e con le nostre azioni e scelte possiamo ottenere risultati diversi che cambieranno aspetti significativi delle loro vite.
Il perfetto gioco per passare qualche serata tranquillamente, facendosi cullare da una narrativa ben curata e dai toni così poco comuni nel medium.
Un finale di 2019 con un tocco di leggerezza (soprattutto per rifarsi la bocca dalla trama tipica di un warhammer, fatta di assoluti, botti e un lievissimo fanatismo).

e se lo dice Freud.




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