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| A due passi dalla meta |
Millecinquecentottanta metri e ho dovuto abbandonare il rimorchio una volta e venire estratto dalla maledetta poltiglia solo in un trio di occasioni.
Il B-130 non è il mezzo ideale per attraversare gli estesi pantani della Taiga russa, con la sua trazione posteriore ma è il solo a mia disposizione per portare il necessario a rendere operativo il prossimo checkpoint senza costringermi a fare la bellezza di quattro distinti viaggi.
Sembra tutto più semplice sulla mappa dove è ben chiaro che la via più breve presenta anche un numero di zone allagate nettamente inferiore.
Con il camion bello carico e con tanto di rimorchio al seguito mi avventuro su una strada quasi esclusivamente composta da fango e acqua e supero, lentamente ma senza intoppi, il primo acquitrino del viaggio, la cui vera sfida si rivela poi essere la riva melmosa che alla fine ha la meglio sulla mia trazione inferiore.
Bloccato laddove credevo di essere finalmente al sicuro, a neanche un terzo del tragitto.
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| Acqua fredda e sporca negli stivali. |
Sottostimando considerevolmente il compito da svolgere, salto a bordo dell'agile fuoristrada e arrivo facilmente sul luogo dell'empasse, trovandomi un camion con rimorchio a bloccare la stretta strada fangosa.
Manovrando meticolosamente tra la cabina e un albero, il tutto illuminato dai fari del mezzo pesante, mi riesco a posizionare di fronte e aggancio finalmente il cavo per trainarlo.
Senza sorprendere nessuno non si sposta di un millimetro.
Controllo il freno a mano. Disattivato.
Controllo che lui non abbia il freno a mano tirato. Disattivato.
Controllo che collabori accelerando e manovrando. Fumo abbondante dallo scappamento e ruote che girano.
Ok.
Col cuore pesante separo il camion dal suo rimorchio e solo a questo punto la jeep riesce a farlo avanzare via dal pantano.
Provo quindi con il camion a trainare col cavo il rimorchio recalcitrante.
Macché.
Abbandonato momentaneamente il carico extra nella foresta affronto la discesa successiva e mi si para dinanzi un nuovo pantano.
Alla sua sinistra un tratto fangoso presenta segni di pneumatici e decido di evitarmi un calvario dirigendomi lì col mezzo.
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| Ops. |
La sensazione di essere stato astuto svanisce in fretta quando il B-130 si inclina a causa di una massa di fango che spostata dal suo paraurti si accumula al centro della strada cancellando le tracce dei precedenti passaggi e bloccandomi in una posizione quantomeno precaria.
Neanche l'intervento dell'arzilla jeep può nulla contro la suzione del fango che ha intrappolato completamente le ruote posteriori destre.
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| Più saggio. |
Ricominciamo, suvvia.
Con il ben più potente C-255, con trazione integrale e differenziale sempre attivo, grazie a Dio, parto nuovamente dal garage con un piccolo rimorchio e la determinazione di giungere a destinazione privo di intoppi.
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| Ma tu dimmi dove parcheggiano questi. |
Ovviamente mi imbatto molto presto nel vecchio rimorchio, quello bello grande e pesante, ancora al suo posto, comodamente seduto in mezzo ad una via troppo stretta per entrambi.
Maledicendo me e le mie sperimentazioni sentimentali con mezzi inadeguati appoggio il mio paraurti a quello dell'ostacolo e con una serie di leggere spinte e diversi litri di materia viscosa inviati nell'aere, faccio abbastanza spazio per proseguire nel tragitto.
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| Oppalà. |
Giunto al bivio delle considerazioni errate e del rimorso opto per un approccio diretto e forte del maggior grado di potenza e trazione supero l'ostacolo e mi involo verso il traguardo godendomi anche un breve tratto di terra sufficientemente compatta da permettermi di osare una marcia superiore.
Con una consegna effettuata con successo rimane da vedere se le tre rimaste posso portarle a destinazione con il mio piano originale di usare il B-130 a pieno carico.
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| La definizione di follia ecc. ecc. |
Tutto scorre così liscio che arrivato fino al luogo di abbandono del famigerato rimorchio porto in posizione l'automezzo e aggancio nuovamente i due sposini.
Il terreno meno scosceso e più compatto non mi ostacola e posso arrivare all'acquitrino con bivio da evitare ad ogni costo.
Penetro pertanto nel pantano e un metro alla volta arranco fino a dove l'acqua lambisce il declivio fangoso che non pago di avermi sconfitto una volta decide di ribadire chi comanda.
Aggravato dal peso del rimorchio ancora in acqua e capace solo di scavarmi la fossa con ogni inutile accelerazione aggancio un cavo ad un albero e chiedo formalmente l'intervento di quel bel pezzo di meccanica che è il C-255.
In una manovra che sembra prendere la buona parte di una nottata, conduco il bestione sul passaggio a sinistra e supero il mezzo impantanato per poi usare uno spiazzo asciutto e poco distante per fare manovra e tornare sui miei passi.
Al sicuro su terreno asciutto e pianeggiante, uso il cavo per tentare il recupero del camion a pieno carico e sorprendentemente la manovra riesce in un ruggire di motori e dispersone di abbondanti fumi fuligginosi.
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| Libero! |
Con metà del viaggio in tasca e un solo pantano maleodorante rimasto da sopportare avanzo di buon spirito approfittando di ogni fazzoletto di terra anche solo velatamente più chiaro del resto fino a raggiungere con le ruote anteriori il tratto di terreno asciutto che definisce l'ultimo pezzo del tracciato.
Va da sé che le ruote posteriori, quelle con forza motrice, si intestardiscono sull'ultima porzione di fango a loro disposizione e dopo una serie agonizzante di infinitesimali guadagni tutto si ferma.
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| Il tutto per evitare quattro viaggi, si ricordi bene. |
Il familiare clacson erompe nuovamente alle mie spalle, spaventando un paio di uccelli che sardonicamente mi spiavano nella cabina e mentre il mostro verde si mette in posizione cerco con tutto me stesso di non incrociare lo sguardo del conducente per evitare di registrare un qualsivoglia sorrisetto.
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| Ci vediamo tra 250 metri! |
Con gli pneumatici ben saldi sul terreno meno scandaloso ed infido di tutto il viaggio accelero con la passione di un uomo che ha bisogno di sparire all'orizzonte prima che il suo soccorritore possa pronunciare qualsivoglia parola e con finalmente pozze e fango alle spalle arresto l'esausto destriero nello spiazzo del checkpoint dove scarico i tre restanti carichi necessari alla sua attivazione ed il tutto in solo due (1+1+1+1+1) viaggi!












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