lunedì 8 agosto 2016

Mitridate VI Nabautore - L'Impero colpisce ancora

La conquista di Tarso è avvenuta a caro prezzo ma ha permesso di risollevare lo spirito.
Riuscirà questo provato ma tenace regno a tenere i suoi nuovi possedimenti o cederà di fronte alla potenza ed alla caparbietà del suo più grande nemico?
Nubi oscure si addensano all'orizzonte e quando un incubo si presenterà alle porte la resistenza degli uomini del Ponto verrà soppesata e giudicata. 

Cleopatra VII, prese molti uomini potenti e ne fece burattini.

I Tolomei sono di diritto i prossimi ad esser passati al microscopio. Nemico naturale dei seleucidi seppur condividendone le origini (il fondatore della dinastia era Tolomeo Sotere, anch'esso un diadoco di Alessandro Magno), prese possesso delle terre d'Egitto e di buona parte della costa Siriana, arrivando a mettere mano su Cipro (che poi regalarono ai romani) e su alcune coste dell'Anatolia meridionale.
Fecero di Alessandria d'Egitto una città senza pari nel mondo antico, edificando e gestendo la famosa biblioteca e per molti anni ressero alle alterne fortune.
Introdussero il greco nel delta del Nilo per quanto riguardava la lingua per l'amministrazione, tennero ben a distanza i nativi da cariche di prestigio e contribuirono alla decadenza della scrittura geroglifica.
Accorparono però diverse divinità, Amon e Zeus fra questi ed ereditarono lo stile e le consuetudini architettoniche egizie.
La dinastia reale si distinse anche per la peculiare e difficilmente apprezzabile usanza di far sposare consanguinei, era incoraggiato e comune che fratelli e sorelle si unissero in matrimonio.
Dinastia complicata dall'uso del nome Tolomeo per tutti i figli maschi e per la frequenza di donne di nome Cleopatra.
La più famosa di loro fu Cleopatra VII, donna dalla bellezza leggendaria (miracoli dell'endogamia?) e particolarmente intelligente che traghettò il regno nelle mani capienti di Roma passando sul corpo di un paio di fratelli/mariti, di cui l'ultimo giovanissimo e da lì intromettendosi pure in una guerra di potere romana, sia al fianco di Cesare, sia con Marco Antonio.

Difficile dirle di no.

Purtroppo per me al comando dei Tolomei virtuali c'è un Trump con la corona dell'Alto e Basso Egitto, a malapena stabile su quella chioma gialla posticcia, i cui eserciti hanno passato qualcosa come vent'anni facendo avanti e indietro per e da le mura di Antiochia.
Vent'anni che io ho passato a respingere armate seleucidi sempre più massicce dai territori intorno alla città di Tarso, i cui confini sarebbero stati ben più sicuri se quei pagliacci coi gonnellini e una passione per i ritratti di profilo fossero stati in grado di consolidare la loro posizione invece di rimanere nella ben più inutile posizione china tipica dei loro raccoglitori di grano.


La loro costanza nell'essere delle pippe però alla fine sembra portarli in leggero vantaggio, strappando dalle manacce dell'Impero dei Seleucidi una piccola città a sud della ricchissima Antiochia. Questo sarà un dettaglio di non poca importanza a breve.




Dalla presa di Tarso emerge una coppia di problemi che va al più presto affrontata con efficacia.
I soldi nel tesoro sono pochi e troppe spese sono a carico del mantenimento delle forze armate.  Spese non più sostenibili.
L'ennesimo ritiro delle forze tolemaiche era dovuto all'arrivo di un paio di eserciti seleucidi il cui mero numero era solo il problema secondario. Falangi su falangi di soldati pesanti.

La tanto attesa riforma dell'esercito.

Il fatto che non mi abbiano schiacciato sotto i loro calzari è dovuto ad una serie di vari fattori, di cui probabilmente alcuni mi sono sconosciuti.
Come detto, dall'inizio delle ostilità con i seleucidi sono passati due decenni, durante i quali non sono mai mancate truppe nemiche che hanno cercato di mettermi in scacco e momenti nei quali la fine sembrava ad un passo.
Eppure.
Eppure potrei aver fatto le scelte giuste, senza dimenticare la fortuna.
Restaurare il tesoro alzando le tasse e liberandomi di interi reparti di soldati, inutili contro i nuovi avversari e resi sacrificabili anche dall'evidenza che non posso sostenere due armate.
Ristrutturazione dei centri abitati per favorire il fiorire del commercio.
Il realizzare che se Arabi, Sciiti, Parti, Battriani e Tolomei hanno accettato, se non proposto di loro sponte, un'alleanza è dovuto senz'altro al carattere espansionista del comune nemico seleucide. Questo vuol dire che a oriente, da cui arrivano le truppe ostili, sono presenti altri fronti, troppo lontani per me da esplorare, nei quali alcuni eserciti nemici vengono tenuti occupati.
L'attività militare deludente ma costante dei Tolomei porta spesso le armate d'invasione dirette a Tarso a deviare per tenere Antiochia.
La stretta seleucide sul territorio dell'Anatolia si inasprisce con le sue alleanze con gli indipendentisti greci e il regno d'Oriente, i miei vicini di casa occidentali, le cui truppe continuano a calpestare il territorio di Tarso.

Ospiti indesiderati.

Ciò mi spinge ad inviare diplomatici oltre l'Ellesponto per prendere contatti amichevoli con i macedoni, assicurandomi un occhio alle spalle sugli alleati nemici. Risalendo poi per l'Epiro e l'Illiria entro in contatto con la civiltà romana, appena oltre le Alpi.
La cerchia dei miei alleati cresce ancora di più.
Le continue tarsgressioni di confine vengono tenute relativamente sotto controllo da una combinazione di dispiego giudizioso delle poche forze armate capaci dell'impresa, con reparti di cardaci e falangiti, omicidi su commissione di importanti figure avversarie e continui battibecchi diplomatici che portano a cessate il fuoco effimeri che servono però allo scopo di tirare il fiato.
In pratica si stabilisce un ritmo nel quale mi assediano Tarso, sconfiggo uno dei loro eserciti, in genere il più gestibile e raramente quello che opera l'assedio, oppure elimino un loro generale tramite un assassino e poi propongo una tregua che viene sempre accettata e altrettanto prontamente infranta un attimo dopo.
Ecco.
Qui si segna il punto di svolta.
Le due micidiali armate vengono lentamente erose dai continui andirivieni dei Tolomei, che di fatto riducono la minaccia seleucide ad una forza che posso gestire, consentendomi di ottenere vittorie decisive per la mia sopravvivenza.
Grazie a questa attività congiunta comincio a vedere delle crepe nella loro macchina bellica.
Meno uomini, meno generali importanti, la pressione rimane seppur sopportabile e la loro minaccia diviene quasi ridicola una volta normalizzata la procedura di cessate il fuoco a singhiozzo.
Insomma, se accettano tutte queste tregue evidentemente cominciano ad avere dei problemi anche loro, problemi che si ingigantiscono non appena Antiochia cade. I Tolomei arraffano un caposaldo dell'impero Seleucide rendendo Tarso un obiettivo secondario.

L'uomo con il nostro destino nelle mani.

Ora o mai più. Un esercito quale il regno del Ponto non ha mai visto si raccoglie nuovamente nella capitale e dopo aver respinto nemici ormai fiaccati e punito bande di ribelli si dirige sulla cittadina di Sesamus (oggi Amasra) nella Paflagonia e forte del vantaggio tattico di avere un uomo dietro le mura, attacca una città senza speranze di difendersi.
Il destino del debole regno d'Oriente è ora sul capo dei suoi due ultimi legittimi sovrani, inseguiti dai miei assassini (edit: successive esplorazioni del continente asiatico rivelavano come il regno d'Oriente sia in piena salute e detentore di vasti territori sebbene privo della piccola colonia remota in Paflagonia).
I cittadini caduti nelle mie mani vengono venduti come schiavi per consentirmi la tenuta di una città relativamente sedata e una volta riportato l'esercito sulle tracce delle ultime armate imperiali rimaste nel mio territorio potrò finalmente considerare con calma la presa di tutta l'Anatolia, i cui possedimenti seleucidi sembrano finalmente vulnerabili.


Generale in fuga dai miei carri con lame.

Tanto successo però viene al costo della vita del re Farnace Filopatore, morto in battaglia per tenere il centro del regno al sicuro dai nemici e a cui è succeduto Herakles Eupatore che fa uccidere il generale avversario responsabile.

Ve la faccio vedere io l'imboscata!


Pairisades, già noto a queste coordinate, designato come reggente di Sesamus, passando per l'Armenia per evitare contingenti nemici veniva assalito da un piccolo esercito di briganti che riusciva a mettere in fuga con l'intervento di tre reparti dell'amico esercito armeno.
Piccoli regnanti crescono.

Approfondimenti storici all'acqua di rose grazie alla mia memoria ed alla collana del National Geographic La Grande Storia, di cui mi sono sparato i primi dodici volumi in una maratona molto soddisfacente per la mia curiosità.


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