martedì 26 luglio 2016

Mitridate VI Nabautore - Farnace erede al trono

Questo è un aggiornamento pregno di dolore, purtroppo non solo per la venuta a mancare del nostro amato magnifico signore ma anche per lo sconsiderato tradimento dei fu alleati seleucidi e delle vite perse in una lunga guerra contro la loro disonestà.

Antioco III, si dette da fare.

Quando Alessandro Magno morì, i suoi carissimi generali non persero tempo per decidere chi dovesse succedergli e mentre vi risparmio le atrocità che molti di questi stimati signori scelsero di compiere per il potere, e ne fecero di disgustose, sappiate comunque che dopo un periodo alquanto burrascoso si divisero l'impero come segue:

Verdi come l'invidia.

Si distinsero per durata i seleucidi ed i tolomei che, per non farsi mancare nulla, non fecero altro che scambiarsi l'esatto opposto di un gesto di pace per un numero inquietante di anni. Si contesero la Siria come se non ci fosse un domani e per fare un esempio dell'aria che tirava se, come spesso accadeva all'epoca, un esito non li soddisfaceva correvano a piangere l'aiuto del senato romano. Chissà come mai poi questi conquistarono mezzo mondo...
Sebbene la dinastia seleucide potesse contare sul territorio più vasto, la vasta eterogeneità delle popolazioni racchiuse in quei confini (si arrivava fino all'India) contribuì ad una scarsa coesione che non potè reggere il peso delle continue pressioni interne ed esterne.

Terreno di conquista privo di conseguenze catastrofiche, si sperava.

Filippo il macedone l'aveva capito subito.
Vuoi un impero? Ristruttura il maledetto esercito.
I fantaccini sono stati sufficienti per piegare le difese della colonia greca di Trapezus (poi Trebisonda) e hanno dato l'accesso al reclutamento dei diofori, fanti leggeri armati di lancia e meno patetici dei miei coscritti, seppure al caro prezzo di essere adornati da comuni tuniche bianche.
Tali forze sono prontamente reclutate al posto di una seconda falange di opliti che il fato mi ha negato e preventivamente addestrate per proseguire l'incursione lungo le coste del Mar Nero se non fosse per un  evento catastrofico.
L'alleato seleucide, il più vasto impero dei dintorni, stracciava la nostra alleanza e muoveva delle truppe verso la città liberata di Mazaka (oggi Kayseri).

Li mortè!

Riuscendo a far convergere alcune guarnigioni in un solo esercito, in mancanza della forza d'invasione altrimenti dislocata, un imberbe terzogenito, Spartikles, si occupava di eliminare la minaccia e, se la cosa non dovesse colpirvi come incredibile, ricordate che buona parte delle mie risorse belliche riguarda il colore dei pantaloni.
Scongiurata la minaccia più impellente non potevo mostrare alcuna debolezza, ragionando che l'aggressione a tradimento doveva essere scaturita dall'impressione che il mio avversario già mi considerasse vulnerabile, rinunciavo quindi all'espansione ad est, che poi avrebbe comunque favorito il mio alleato armeno, per portare la mia attenzione e quella dei miei soldati sulla città di Tarsus (oggidì un più semplice Tarso) con un bello sbocco sul mediterraneo ed in prossimità con la ricca Antiochia.
Questi due motivi e la mia sete di vendetta accesero un fuoco che arse uomini grandi e piccoli negli anni che seguirono.

Apparso a Tarso. Il mio esercito.




La campagna di conquista parte con i peggiori auspici. Mitridate muore nei giorni di preparazione dell'assedio lasciando il comando dell'esercito e del regno al figlio Farnace.
Quest'ultimo, onorando la memoria del padre prendendo il nome di Filopatore ed approfittando dell'azione bellica dei mesi precedenti che aveva costretto i difensori entro le mura, decide di non attendere oltre e sfonda il perimetro in due punti costringendo dapprima gli avversari a dividersi per poi rinculare al centro dove venire circondati.
La battaglia non è facile ma la città cade in mano pontese. Pontense? Pontoica? Facciamo ponta.
Considerando velocemente le opzioni disponibili risulta subito chiaro che un'alleanza con i tolomei sia fondamentale per non dover gestire da soli quella che si rivelerà l'implacabile macchina bellica seleucide che mostrerà i muscoli e le dimensioni della propria tesoreria con il palesarsi di un'infinità di armate.
La città di Antiochia è messa sotto assedio dai Tolomei, decisi a contendersi un pezzo della via della seta e questo mi spinge ad un falso senso di sicurezza.
I cittadini di Tarsus ci odiano e nel giro di un paio d'anni cacciano il nostro giovane governatore assieme alla guarnigione di stanza in città, sollevandosi in una violenta insurrezione.
Al contempo Antiochia non cade e le armate tolemaiche battono in ritirata, esponendo la mia instabile frontiera all'ingresso di truppe di rinforzo.

Grandi sacrifici.

Costituendo due armate diverse ed un terzo piccolo distaccamento di forze cerco di mettere in pratica l'unica cosa che possa permettermi di riconquistare Tarsus ed evitare la catastrofe.
Farnace con i veterani, nella sua marcia verso la frontiera, elimina ogni armata nemica nella quale si imbatte, non potendo permettere che eventuali sopravvissuti ingrossino le fila degli insorti o si ripresentino in un secondo momento.
Pairisades, giovane militare acquisito dalla famiglia reale con un matrimonio, si occuperà invece di cingere d'assedio la città per riprenderne il controllo e lo farà portandone gli abitanti alla fame, tenendoli prigionieri con le sue armate all'interno di mura che non desidera scavalcare.
Dionysiphes, il giovane ex governatore, con un manipolo di fanti taglierà le linee commerciali della regione prendendo possesso del porto.
L'unica vera possibilità di successo è che Farnace tenga lontani dalla città eventuali rinforzi.
Purtroppo la rinnovata offensiva tolemaica svanisce come neve al sole e dopo due anni d'assedio si presenta alla frontiera un esercito seleucida imponente, il cui generale siede a cavalcioni di una truppa di quindici elefanti da guerra.

Elefanti imbizzarriti calpestano i propri alleati. Vorrei poter dire che è calcolato.

Mentre le linee di fanti, con al centro gli opliti, assistiti ai lati dai soldati più leggeri, si occupano di tenere al sicuro i tre reparti di arcieri, questi ultimi, su comando del pronto Farnace che per tutto il cimento ha cercato di tenere occupate le immani bestie, alla vista della carica degli elefanti sul centro della propria formazione, convergono tutto il loro fuoco, e di tale elemento si tratta, nella guisa di salvifiche frecce infuocate, sui pachidermi, spaventandoli e innescandone l'imbizzarrimento.
Due reparti di militari seleucidi finiscono calpestati dai loro alleati, risultando nella tenuta della linea ponta e permettendo alla cavalleria di eliminare il generale avversario.
A questo punto l'offensiva si sgonfia e interi reparti nemici si danno alla fuga.
Rinviato l'inevitabile risulta subito chiaro che non posso lasciare i miei uomini qui alla frontiera quando i sopravvissuti stanno già rinvigorendo due nuove armate presso Antiochia, Farnace quindi si inoltra in pieno territorio nemico per attirare su di sè le soverchianti forze nemiche, da cui viene successivamente battuto in più occasioni portandolo infine a liberare i suoi uomini per evitare altre perdite e tentare una fuga in solitaria verso l'Armenia, trovando nei Tolomei un inutile alleato.
Le incredibili tribolazioni del re permettono però a Pairisades di riprendere la città di Tarsus e scatenare una terribile rappresaglia sulla popolazione affamata ma ancora ribelle.
Tutti i civili vengono passati per le armi da soldati inferociti ed esausti dopo il lungo assedio e nuovi coloni, più fedeli alla corona, subentrano nelle loro case. Veniva così terribilmente risolto il problema della instabilità della regione (gli assiri sono stati degli ottimi insegnanti).

E adesso ridiamo un po'.

Chiudiamo questo capitolo sanguinario con alcune considerazioni più felici.
La prima potete ammirarla in alto.
Sciiti, Parti e Battriani si alleano con il regno del Ponto contro l'impero seleucide, richiamati dallo spirito indomito dei nostri eroi.
Le città indipendentiste greche propongono e firmano un cessate il fuoco che gli facciamo suggellare con un tributo di 4.500 talenti.
Le nuove caserme costruite nella mia capitale Amasia (dal nome della moglie del defunto re) con le ricchezze ottenute dall'ultima conquista mi danno accesso a forze armate finalmente degne di timore, che potevo anche prepararmi prima, a ben vedere.

Approfondimenti storici all'acqua di rose grazie alla mia memoria ed alla collana del National Geographic La Grande Storia, di cui mi sono sparato i primi dodici volumi in una maratona molto soddisfacente per la mia curiosità.




giovedì 21 luglio 2016

Mitridate VI Nabautore - Re del Ponto

Un'approfondita lettura degli ultimi giorni della Repubblica Romana ha innescato il mio interesse per una figura storica che colpevolmente ignoravo e che ha colonizzato la mia fantasia.
Mitridate VI Eupatore, re del Ponto e uno dei nemici più temibili della Roma repubblicana.


Questo bel tomo qui.
Figura storica di rilievo, al comando di una ricca nazione situata sulle sponde anatoliche del Mar Nero, erede spirituale degli imperatori achemenidi e con evidenti influenze elleniche, tentò più volte di contendere il territorio ad est della Grecia ad una Roma sempre più invadente.
Gli piaceva farsi ritrarre con una pelle di leone sul capo, per richiamare la sua discendenza dall'eroe Ercole e per presentarsi come salvatore agli occhi dei greci, le sue politiche un tantino xenofobe portarono all'insurrezione delle popolazioni orientali contro i nuovi arrivati romani che causarono lo sterminio di 80.000 civili tra romani e italici.
Roma affrontò ben tre guerre contro di lui, vincendole tutte sebbene non sempre in scioltezza, mentre  i successi di Mitridate venivano continuamente minati dalle perdite dei terreni appena conquistati o dall'abitudine di alcuni suoi vicini di lasciare il regno in eredità a Roma alla loro morte in mancanza di eredi.
Arrivò ad eliminare un suo stesso figlio e, una volta messo all'angolo, costrinse sua moglie e le sue figlie a suicidarsi.
Lui stesso dovette ricorrere all'aiuto di un servo, in quanto era divenuto immune ai veleni con l'assunzione costante e controllata degli stessi durante l'arco della sua vita. Da qui il nome Mitridate.

Per esempio la provincia deniominata Asia i romani l'hanno avuta in dono dal re di Pergamo.
Per esempio la provincia denominata Asia i romani l'hanno avuta in dono dal re di Pergamo.

Basta però con la lezione di storia, sennò io mi intrippo e voi vi strappate le gonadi, dato che siete qui per una cosa ed una soltanto. Roma Total War! Un videogioco, ovviamente.
Particolarmente galvanizzato dalle mie letture di approfondimento storico, se non di vero e proprio restauro mnemonico e culturale, installavo quindi lo strategico più vicino alle mie esigenze, sia tematiche che di compatibilità e ricorrevo immediatamente ad una modifica amatoriale ma ricca di dettagli (Extended Greek Mod) che mi permetteva di mettermi alle redini del regno del Ponto.


Dice il saggio, assumi i mercenari greci il prima possibile.

La situazione iniziale potrebbe essere più comoda, vista la cronica mancanza di fondi ma abbiamo rapporti buoni con i vicini e le due città più prossime ed espugnabili non rappresentano una grossa sfida.
L'ordine giunge quindi a Farnace, il figlio che ha tutto da dimostrare, di muovere le truppe verso la città di Mazaka,  poco a sud della capitale, in preda a disordini e le cui finanze non posso lasciare in mano ai ribelli.
Parliamo di queste forze armate va.
Il nucleo è composto da lancieri coscritti tra le fasce più povere della popolazione a cui appioppiamo uno scudo e una lancia e che spingiamo recalcitranti contro avversari simili. Diciamo che finché debbono respingere dei contadini astiosi fanno il loro dovere.
La cavalleria invece è un discorso a parte. Sono fissati coi giavellotti e questo vuol dire che l'unico utilizzo nel quale non facciano pena e schifo è nel dar fastidio ai fianchi di una formazione per spingerne i membri fuori in un infruttuoso inseguimento impossibile.
Di simili campioni d'arte marziale non mi son curato fintanto che avevano a che fare con avversari parimenti deludenti.


Ciò detto hanno delle divise sgargianti.



Bussando con la dovuta veemenza al portone ci è dato entrare ordinatamente ed altrettanto ci muoviamo verso i difensori che non possono che capitolare di fronte al numero dei miei aggressori.
Risolta la pratica di assoggettazione dei ribelli meridionali e tentennato a lungo sull'opzione di ridurne in schiavitù la popolazione, sarebbe giunto il turno di quelli occidentali, nella non lontana città costiera di Sesamus sui territori della Paflagonia, che deve essere mia anche solo per il nome che porta se non perché sarebbe storicamente accurato conquistarla, non fosse per un piccolo esercito dei regni orientali che ha avuto la mia stessa idea.
Sulla carta Farnace avrebbe tutti i numeri per batterli ma nella triste realtà il potenziale avversario ha con sè i temibili galati, popoli gallici emigrati tempo fa in Anatolia per stabilircisi e che farebbero letteralmente a pezzi i miei fantaccini, immediatamente dopo averne deriso le tuniche.

Da dove deriva tanto sconforto? Ebbene vi presento la mia vergogna.
Deviavo la mia forza di conquista all'indirizzo di un manipolo di briganti al confine, un unico reparto di spadaccini galati contro due reparti di fanteria, due di cavalleria, uno di arcieri e un provvidenziale rinforzo di una falange di mercenari greci.
Di costosissimi, avidi ed altezzosi mercenari greci.
Di fondamentali, irrinunciabili e purtroppo obiqui mercenari greci.
I 101 galati ridevano dei dardi infuocati dei miei arcieri, ignoravano i giavellotti dei miei cavalieri che in circolo galoppavano per il loro divertimento, sogghignavano all'immobilità dei fanti che vedevano i loro colleghi consumare tutte le maledette munizioni contro scudi ampi e impervi e soprattutto che si cagavano nelle proverbiali mani alla vista di soli 11 caduti, dopo una interminabile pioggia di proiettili.
Solo la falange greca, compatta nel suo muro di scudi e picche implacabili poteva sbloccare la situazione, guadagnando la vittoria un passo alla volta, camminando con metodicità sui corpi degli avversari schiacciandoli con la loro pressione inesorabile, subendo solo due perdite.

I galati stavano pure per sfondare l'assedio alle loro spalle. Inutili fantaccini.


Decido perciò con lungimiranza di anteporre la mia dignità ai sogni di conquista occidentali e trasferisco quindi uomini ed attenzioni verso est, dove fa capolino una vecchia colonia greca che, dopo aver attentamente consultato i miei trattati diplomatici, parrebbe far parte degli indipendentisti che non hanno a che fare con i miei alleati continentali, rendendoli quindi terreno di conquista privo di ritorsioni catastrofiche.
Fondamentale tra l'altro l'assunzione di un'altra falange, hai visto mai.
Sottoscritti tra l'altro trattati commerciali con la fazione Tolemaica, importantissima con il suo sbocco sul mediterraneo e con gli amici Seleucidi, e pure coi Galati, per buona misura.

Approfondimenti storici all'acqua di rose grazie alla mia memoria ed alla collana del National Geographic La Grande Storia, di cui mi sono sparato i primi dodici volumi in una maratona molto soddisfacente per la mia curiosità.
 
 


sabato 16 luglio 2016

Are you going to

play Pokémon Go?


Fatemici pensare un attimo, va.

* Mette mano al suo smartphone.
* Controlla sul Play Store se c'è l'app.
* Non la trova tra i nuovi arrivi.
* Immette le parole "pokemon" e "go" nello spazio adibito alla ricerca e saltano fuori millemila applicazioni, di cui una buona metà sono guide a pagamento al gioco che non trova.
* Fa una ricerca col browser e trova il link.
* L'applicazione non è compatibile con il suo telefono.

Fa niente, tanto non potevo giocarci comunque che ci vuole la connessione a pagamento e io faccio una ricarica di dieci euro ad ogni giubileo e tanto non posso manco andare in giro che il gomito mi fa contatto col piede, e comunque l'uva mi fa aria alla pancia.

*Rimane imbronciato in un angolo come un bimbo di cinque anni.

Per quanto catturare queste bizzarre anomalie biologiche sia lontano anni luce dalle mie pratiche ludiche abituali non potevo rimanere inerte davanti all'incredibile successo di un fenomeno sociale così evidente.
Nel giro di una notte il mondo intero è sceso in strada a socializzare, gambe in spalla, con uno schermo in mano, simbolo primo ed essenzialmente unico per gli irriducibili rompiballe che non sanno di cosa parlano dell'inaridimento delle interazioni umane.
Uomini, donne e bambini in giro a cercare affarini colorati scambiandosi consigli e aiuto indipendentemente da casta, religione, affiliazione politica e ruolo nella società.
Come suggerito da un utente twitter dallo spiccato spirito d'osservazione, la Nintendo è passata dal non sapere cosa fosse un iPhone a fare un culo così al porno in una manciata di anni.

Non è tutto però rosa e fiori e poliziotti che ti aiutano col Bulbasaur, visto che il nostro mondo è sempre lo stesso e ad ogni gaudio giovine con l'occhio attento alla comparsa di un cosetto buffo la ditta che ci ha regalato il divertimento mette mano alle pudenda della privacy e già che c'è prende lui e milioni di questi sognatori e gli draga più o meno volontariamente l'account google.

Sempre di andare a spasso si tratta.

Non me ne vogliate quindi se intendo sopperire alla mancanza di volontà di adempiere all'obolo richiestomi dal gestore telefonico mobile e contemporaneamente aderire quanto più possibile alla mia pigra natura e contestualmente anche alla poltrona flettendo l'impegno di scorrazzare all'aperto con quello di sgambettare al chiuso di palazzine virtuali ma grandiosamente colorate o attraverso tetti dal candore accecante cinti da palazzi con vetrate vastamente più lesive per la messa a fuoco, il tutto sotto un cielo dalla purezza incantevole.

Mirror's Edge mi offre tutto questo e non posso chiedergli di meglio.

Se mi soffermo ad ammirare un dettaglio od il panorama tutto è solo ad esclusivo beneficio del piacere che tale gesto comporta e il dover altresì anteporre l'incolumità del mio avatar in altri momenti nei quali non c'è tempo o spazio per gigioneggiare accresce l'impatto degli istanti di pace.

Aiuta moltissimo il fascino assolutamente intatto che gli ambienti hanno conservato negli anni. Forse abituato all'estetica delle aree urbane italiche, un misto di storia e decadenza, quest'ultima tutta riferita all'edilizia moderna e condannata alla fatiscenza da risparmi o semplici mancanze, la resa della città del gioco, con la sua innegabile modernità, ordine e l'uso accorto di colorazioni in forte contrasto con la predominanza del bianco ottiene il semplice risultato di lasciarmi con gli occhi bene aperti e la bocca sempre incurvata all'insù.

Dove ti giri, giri, c'è un bel colore.

Mettiamoci pure che correre tentando di mantenere una resa fluida delle azioni, cercando senza sostare appigli, scorciatoie, la via maestra o di fuga è esilarante ed appagante ora come allora, grazie alla resa fisica del corpo virtuale, di cui possiamo ammirare non solo mani e piedi, ma le gambe, parte del busto e dellle braccia fino alle spalle.
La storia è quella che è ma ha l'indubbio onore di porci in situazioni interessanti da giocare e nelle quali mettere alla prova le abilità affinate nelle prove a tempo.
L'enfasi sulla fuga e l'evasione poi è una variante che apprezzo molto alla dieta classica e aggressiva dei videogiochi che generalmente privilegiano il confronto.
Anche qui è un'opzione ma risulta presto la meno attraente ed appagante.

Giocandolo e rigiocandolo mi pare sempre più evidente che l'intento fosse, dalla composizione grafica a quella tecnica, di lasciare senza fiato, figurativamente quanto vuoi, ma poeticamente attinente alla messa in scena.

Nell'attesa di un futuro prossimo nel quale sperimentare il tanto sudato seguito, e qui chiudiamo le metafore correreccie, uno dei pochissimi eredi non solo spirituali di questo mai troppo seminale gioco, posso tranquillamente e felicemente dimenticarmi di Pokémon Go.
Realisticamente solo fino al prossimo twit...



È e rimane un gran bel trailer.




 

giovedì 7 luglio 2016

È tempo di scegliere

Una probabile litigata con l'erogatore della linea telefonica con manie di onnipotenza e scarso senso del pudore potrebbe pormi nella spiacevole situazione di rimanere virtualmente appiedato.
Ciò porta con sè l'ansia, tutta decadenza dell'occidente, di armare il mio disco rigido del maggior numero di potenziali giochi per intrattenere le mie affaticate meningi.

Per dare un senso ad un post che sarebbe un semplice elenco di titoli senza nessun nesso logico, provvederò a fornire tre grandi categorie.

I sarebbe anche ora di provarli, non trovi?

Fanno parte di questa prestigiosa selezione giochini e gioconi presi da tempo immemore e dimenticati con un certo senso di colpa nell'affollata libreria virtuale, con alcune sporadiche apparizioni di prodotti dall'innegabile fisicità.
Freedom Force vs. the Third Reich,  Dustforce DX, Rochard, Jamestown, Space pirates and zombies, Vessel, Persona 3 Portable.

Occhi principalmente puntati su


Predestinato a portare avanti il sacro fuoco degli strategici a turni non appena sarò sazio di Front Mission 3.  






Un bel platform tecnico visto che ultimamente ci sto prendendo gusto ed è appena guarita la bolla sul pollice da Super Meat Boy.



I sarebbe anche ora di rispolverarli, che diamine!

Qui raggruppiamo titoli interrotti in corso d'opera per sopraggiunto stupor mortis o che meritano una ripassata in virtù di bei ricordi. Tra questi esimi rappresentanti del videogiochismo tutto ci sono chiaramente giochi travasati da precedenti esperienze su console e incastonati nell'ambra della longevità infinita garantita dall'immortale mondo pc a gioiellini più o meno originali interrotti e lasciati per mesi come monito alla propria inconsistenza nella figura di icone sul desktop.

Dead Space 3, Baldur's Gate Enhanced Edition, Volgarr the Viking, Strike Suite Zero, Mirror's Edge, Call of Cthulhu: Dark Corners of the Earth, Tomb Raider 1 (quello con le puppe a per- piramide).
Ci piace ricordare



Lasciai eoni fa uno gnomo incantatore perso in foreste che non finivano mai. Non mi manca granché, era alquanto inutile.





Affascinato dal canto delle sirene di laser lanciati nella vastità dello spazio da navicelle che sfrecciano come missili.

Abbattuto in volo dalla difficoltà.




I li hai appena comprati agli ultimi saldi e li giocherai subiterrimo.

Una imposizione doverosa per evitare non solo che scivolino ad ingrossare le file delle due categorie precedenti ma che non finiscano pian piano nell'indifferenza del «e questo che l'ho comprato a fare?»
L'hai comprato perché sapevi che ti sarebbe piaciuto, brutto gibbone dalla capacità d'attenzione di un colibrì ebbro di nettare.
I tre soli contendenti sono Momodora III, Saint Seiya: Soldier's Soul e Shovel Knight.


Risolto un problema tecnico manomettendo un file di configurazione occultato dal malvagio Windows, adesso sfreccia con gaudio e gioia.
Fulmine a 60 fps di Pegasus!



  
Bramato a lungo e restio come pochi a sconti corposi, cedevo alla sua inattaccabile dignità di gioco che gli euro se li merita.




Inutile dire che, soprattutto per la prima categoria, la lista sarebbe realisticamente ben più numerosa ma siamo tutti adulti e sappiamo benissimo quale sarà l'esito più scontato di tanta buona fede.
Giocherò a qualcosa di completamente diverso, come che ne so, quel Etrian Odyssey the Millenium Girl preso a pochi euro sul 3DS o magari finirò per reiterare le origini di questo blog con un tuffo nel passato sui calli di Dark Souls.
Oppure, più prosaicamente, fonderà infine questa vecchia caffettiera di pc lasciandomi basito, confuso ed alquanto infelice.

Per aiutare a mantenere alta l'eccitabilità, è buona regola riguardarsi i trailer di giochi presi all'epoca per rinfrescare la fomenta del momento. 

 

lunedì 4 luglio 2016

Facebook Chronicles - Santi numi

Nababbo

4 luglio 2013





Sei lì che giochi a Metal Gear Rising Revengeance, gioco action della madonna con sostantivi a caso nel titolo, al livello di difficoltà Hard ti confronti col secondo vero boss del gioco, che ti costringe ad usare impeccabilmente il sistema di parata attiva.
Sei concentratissimo.
"C'è chi lo preferisce al sashimi" chiede improvvisamente tuo padre entrato di soppiatto in camera, a tua insaputa.
Urli, il controller vola.
Sopravvissuto all'infarto rispondi: "Li mortacci di Pippo."