martedì 12 gennaio 2016

Una Prussia dal volto umano

Le umili origini.

Il mio sogno, in un gioco che già dal nome impone la sua natura di implacabile macchina per il dominio del mondo, è di traghettare una nazione dalla pesante eredità e dalla situazione di partenza scomoda come la Prussia attraverso il secolo senza ricorrere alla conquista smodata.
Per farlo mi sarà indispensabile un mirabile esercito.

All'inizio del 1700 la proto-Germania è divisa in due monconi separati, con la sua regione centrale in mano all'Impero Polacco, circondata da regioni autonome come la Sassonia, Hannover e la Curonia, con l'accesso al mare in totale sudditanza di Svezia, Danimarca, Inghilterra e Paesi Bassi e con un iroso Asburgico vicino.

Nell'attesa di vedermi arrivare l'immancabile notifica di inizio delle ostilità, penso bene di concentrare risorse e denaro nel migliorare quanto possibile le infrastrutture e di sfruttare al meglio le rotte commerciali terresti di cui dispongo.

Le strade, per esempio, serviranno
a farli marciare meglio.

Tempo una manciata di anni e l'Austria, già in conflitto con la Polonia, pensa bene di dichiarare guerra alla Prussia che ha passato gli ultimi turni a sviluppare due eserciti, uno per provincia, e ad addestrarli adeguatamente.
Fedele all'impostazione che mi sono dato all'inizio, inauguro un'alleanza col mio vicino sassone, il cui smodato apparato militare non mi spiego con cosa venga pagato, e proprio un turno prima che le possenti mura a stella possano rendere la mia capitale Berlino pressoché impenetrabile, ricevo la visita dell'esercito asburgico invasore.

Gli ottimisti si presentano con un numero appena sufficiente di truppe ed un solo reparto di artiglieria, poi marciano felici verso le mie fortificazioni, dove un nutrito assembramento di fanti e granatieri li attende.

Mentre da ovest arrivano i rinforzi della vicina Sassonia.

Il tempo di saggiare le baionette dei miei militari che vengono investiti alle spalle dalle truppe a cavallo. Fine del tentativo di invasione.

Fu così che il principe della Sassonia si vide recapitare un prezioso servizio in porcellana con la dedica "i migliorissimi amici".

Poco dopo l'Austria ci riprova e sposta un'altra forza di invasione nei territori polacchi, che poi sarebbero la Prussia centrale, che divide il mio impero in due. La regione non ha mezzi per difendersi. L'esercito si attesta a pochi chilometri dal confine con la mia città di Königsberg ed attende.

I miliziani mi vanno in paranoia.

Mi frulla per il capo coronato di lasciargli sottrarre il territorio ai polacchi per poi conquistarlo io stesso e unificare finalmente l'impero.
Ma questo lo farebbe un monarca più opportunista.
Io punto ad essere un monarca più umano, quindi chiedo una formale alleanza alla Polonia e visto che è già altrimenti indaffarata, mi impegno ad usare le mie sole truppe per combattere in sua vece l'oppressore.
I miei tricorni blu scendono quindi sull'accampamento nemico per rimuoverlo dal suolo tedesco solo formalmente polacco.
Gli austroungarici si attestano dietro le loro linee, costringendomi ad una lunga manovra di avvicinamento che si conclude con i miei granatieri che, da dietro dei bassi muretti, scompaginano le file nemiche permettendo ai fanti di linea di mettersi in formazione e finire con eleganza il lavoro.

i muretti sono vostri amici.

Sempre fedele all'impegno di non fare il figlio di madre ignota totalitarista, offro il perdono agli Asburgo in cambio della cessione della provincia della Slesia, piccola lingua di terra dalla quale sono transitati i due eserciti invasori.
Il poco avveduto interlocutore mi nega soddisfazione, quindi, considerando che mi sono comportato adeguatamente e per non voler mostrare debolezza al mondo che ci osserva, gli ricambio il favore indirizzando le mie truppe ormai veterane sulle sue patetiche difese.

Un paio di reparti tentano di fermare la mia discesa sulla città ma finiscono in rotta e lasciano la difesa dell'urbe nelle mani dei cittadini. 

Andiam, andiam,
andiamo a conquistar!
Il dramma nei volti baffuti
e nelle pezze sui mutandoni

Le inevitabili conseguenze

Messo in chiaro che militarmente l'Austria non mi deve cagare il c... piffero, consiglio nuovamente alla ragione il mio iroso vicino che finalmente riconosce i suoi errori ed acconsente ad eliminare tutta questa ostilità.

Il fatto che poi la Polonia, nel frattempo, abbia accresciuto il suo territorio ai suoi danni forse è stato un utile supplemento.

Il nuovo che avanza.

Ora che questa ventata di prussianità porterà lavoro, benessere e prosperità alla Slesia, devo solo gestire i facinorosi che tentano vigliaccamente di negare la bontà del mio governo dando fuoco alle officine, proseguendo con gli scioperi e finanche organizzando truppe di ribelli.

Un bordello, sorprendentemente, guarirà il malcontento.

Quello e una carica di Ussari sui babbei armati
di patetici fucili a pietra focaia in rotta.

Che dal volto umano va bene, ma il culo è pur sempre blasonato.




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