Quando la troppa fiducia in sé stessi è mal riposta e rischi di mandare all'aria una campagna tesa ma soddisfacente di diverse ore, maledicendo te e tutti gli antenati di cui hai ereditato le falle, non puoi che tentare, turno angosciante dopo turno angosciante, di rimandare l'inevitabile con tutto ciò che puoi architettare su due piedi.
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| Foto di repertorio del gruppo in fase di sgombero dall'area |
Una delle missioni avanzate del mio piccolo gruppo di quattro agenti speciali si è trasformata in un incubo nell'esatto momento nel quale li ho condotti al punto di estrazione dimenticandomi candidamente di portare a termine l'obiettivo complementare.
Acquistato l'accesso al sistema di vendita per corrispondenza del mercato nero, li esortavo a guadagnare l'uscita scambiando la ricerca della cella energetica per mera missione secondaria e pertanto opzionale.
Opzionale un bel paio di testuggini, facendomi emergere l'evidenza dell'errore mentre il comando di evacuazione latitava dalla console.
I quattro operativi raggruppati come pecore in un ascensore diabolicamente inattivo, turni spesi inutilmente a condurceli mentre l'allarme avanzava in serietà, droidi e guardie corazzate in cerca dei lestofanti e l'ubicazione del secondo oggetto da trafugare ancora ignota.
Questa me la prendo in saccoccia, ho mestamente ipotizzato mentre già vedevo la conclusione prematura delle mie avventure non recuperabili.
In un susseguirsi di tentativi che valorizzavano la rapidità a discapito della finezza, dividevo il gruppo in due parti, uno incaricato di cercare e recuperare la cella, l'altro di attirare gli inseguitori in un circolo vizioso.
Con l'accumularsi dei turni, l'uso spregiudicato di ogni singola risorsa anche solo vagamente utile, il continuo gioco al gatto col topo dei due miseri tapini dediti al depistaggio, una continua emorragia di punti potenza per piegare anche l'ultima difesa elettronica, il montare costante dell'allarme, con conseguente aumento della pericolosità ambientale, mi aggiudicavo il raggiungimento dell'obiettivo dimenticato.
A due passi dalla vittoria, con la corsa disperata verso l'ascensore per la salvezza era finalmente ora del dramma.
Un drone di sorveglianza ed una guardia si chiudevano a tenaglia sull'agente Banks, costringendo il compagno ad anestetizzare il soldato per permettere la fuga ad entrambi.
In non meno di due turni ce li avrei avuti tutti addosso, potevo portare tutti e quattro fuori di lì in così poco tempo?
Così, più per disperazione che per estro strategico, usando un'esplosione elettromagnetica per disabilitare almeno il robot inseguitore, Banks si ritrovava con le spalle al muro, a due passi dall'ascensore, con i compagni nei pressi ma celati allo sguardo della guardia che le puntava la pistola addosso. Una mossa da parte sue e sarebbe stata l'ultima.
Nessuno dei suoi tre compari aveva un'arma in grado di penetrare l'armatura della minaccia.
Il campo visivo del soldato impediva peraltro di arrivare non visti all'uscita anche a loro.
Poi il colpo di genio.
Il compagno di depistaggio di Banks, oltre la soglia della porta dalla quale il militare la minacciava, prospetticamente invisibile grazie al muro, striscia verso la porta e la chiude in faccia alla guardia, eliminando il suo campo visivo e permettendo a tutti i suoi compagni di lanciarsi all'interno dell'ascensore ed evacuare in sicurezza.
Quando anche il più sofisticato degli ammenicoli non può aiutarti, ricordati che la buona educazione può sempre fare la differenza.
L'ultimo chiuda la porta.


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