sabato 4 aprile 2015

Due passi per Drangleic - 13

Questa non è una guida ma un insieme di pensieri confusi di un appassionato di Dark Souls alla scoperta del secondo capitolo. Se sapessi che qualcuno legge ciò che scrivo avviserei per la presenza di spoiler, ma siamo seri, su.

Re


Ho l'Anello del Re, non resta che tornare a Forte Ferreo e gettarlo nella lava, no?
Oppure potrei andare a vedere cosa c'è dietro tutte quelle porte chiuse.
La prima conduce ad un duo di cavalieri dalle armature bellissime, un pessimo carattere e la graziosa dedizione dell'uno verso l'altro.
Scusate ragazzi, ma lo faccio solo perché voglio spogliarvi del vostro equipaggiamento gagliardo, anche perché dopo non c'è molto altro da fare qui (eppure...).

Come sarebbe a dire che questa è da femmina?

La seconda è ancora più enigmatica, visto che, a parte un oggettino, c'è solo un albero, dunque, vediamo, squillante?
La terza è quella giusta, benvenuti alla Spencer Mansion per la riedizione del primo episodio di Resident Souls, Prepare to Ink Ribbon edition.
Director's Cut.
Le ovvie differenze sono che invece dei cani che sfondano finestre ci sono goblin pietrificanti, invece dei bauli oggetti un mimic figlio di madre ignota, Wesker qui viene da Mirrah e ha un nome tipo Wesketiel, non ci si deve fidare di ossa di drago solo superficialmente identificabili come inanimate, gli ogre sono ovunque e nutrono una vera passione per la carne in scatola (quando non sono invece impegnati ad usarmi come cuscino), si fanno dei brutti incontri davanti agli specchi, bisogna star lontani dai muri, soprattutto da quelli da cui escono brontolii e se c'è una leva dietro a diversi messaggi che vi avvisano di non toccarla, per l'amor di Gwyn non fatelo.
Io l'ho fatto, ma la puzza di bruciato che ne è seguita veniva dal cadavere carbonizzato, dalle mie palle di fuoco, di Navlaan.
Proprio non li sopporto gli NPC che fanno i vaghi.
Diamine, in questo posto c'è pure l'equivalente di un laboratorio genetico!

Ora, dove si trova il buco adatto per questa chiave ottagonale?

A coronare il nutrito numero di curiosità biologiche su cui ho sbattuto il muso c'è un certo lucertolone sputafuoco chiuso in una gabbia colossale.
Tutto bene se l'entrata che ho usato non fosse quella da cui gli arrivano i croccantini.

Non date da mangiare alla viverna.

Dopo essermi guadagnato la vista più bella dell'intero gioco, l'ennesimo ascensore mi porta ad altezze sempre più improbabili, là dove solo le aquile osano.

Mi sa che le aquile se le son mangiate loro.

Dei reali pennuti tutto quel che resta è la piuma che ci dona l'ubiquo araldo che ha l'irritante abitudine di farsi trovare in posti che riesco a raggiungere solo dopo aver sgobbato come un mulo.
Per non farsi mancare nulla, la From Software continua ad omaggiare la Capcom con questo livello tutto dedicato a Souls Hunter 3 Ultimate, la cui traversata è questione di aggravare l'artrite alle caviglie di diverse simpatiche creaturine troppo cresciute, rincorrere lucertole fuggiasche e tentare epici attacchi in salto da altezze impossibili che generalmente si concludono con la frattura delle mie, di caviglie.
In questo episodio c'è poi una fedele cronaca di pvp fatto da gente che ne sa.
Di come prendere per il sedere.

Non sono la cosa peggiore che ti capiterà oggi.

Passato il ponte sospeso del Tempio Maledetto, ma senza Thug, alligatori e gente che ti strapazza il cuore, non resta che affrontare l'ennesimo castello che ha fatto del posizionamento strategico la sua ossessione.
Qui ho incontrato lui, l'unico nemico i cui attacchi mi terrorizzano genuinamente, di cui sbaglio regolarmente i tempi di schivata e i cui colpi prendo sempre per intero, dal primo all'ultimo.
La mia nemesi.

Esso.

Raggiunta la cima con le unghie e con i denti e con i resti ormai sbrindellati del mio amor proprio, di fronte alla maestosità, ma soprattutto alle dimensioni smodate dei suoi artigli, del Dio Drago, o presunto tale, sebbene subodorassi la fregatura mi sono ben guardato dal fare il maleducato.
Ci rivedremo al new game plus.
E sì, ho avuto modo di pentirmene.

I miei ossequi commendatore illustrissimo.
Ci posso leccare le scarpe?

Con l'ausilio della preziosa nebbia in miniatura fornitami mi improvviso novello Marty McFly e parto per i ricordi del passato di Drangleic, quando qui era tutta campagna e i giganti saccagnavano di mazzate i soldatini del Re.

I bei vecchi tempi.

Avendo per sempre cambiato la storia, quantomeno quella dei giganti che ho incontrato, e per cambiare intendo interrompere, ora il mio obiettivo è chiaro.
Tornare al Trono del Desiderio ed affrontare il vero regnante di queste terre, ciò che dà significato alla frase - dietro ogni grande uomo c'è una grande creatura dell'Abisso - la Regina Nashandra.

Forse era meglio se ti tenevi il vestito di prima, sai?

In un colpo di scena che sarebbe valido se non avessi già giocato abbastanza action giapponesi, alla sconfitta della francamente deboluccia regina, salta fuori Aldia il Capoccione, irritante chiacchierone con il vizio di essere uno di quei boss invulnerabili per la maggior parte dello scontro, costringendomi a perdere minuti interi per schivare i suoi dannatissimi colpi dalla potenza distruttiva fuori scala per poter approfittare di un paio di miseri secondi a disposizione per la doverosa ritorsione.

Aspetta, aspetta, aspetta!

Cento ore di viaggio dopo, Nababbo poggia finalmente le chiappe sul Trono sospettosamente simile ad un altoforno.

Le regali chiappe.



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