sabato 16 agosto 2014

Forse non tutti sanno che a Skyrim - 2



E adesso dove lo metto?


Giochi aperti all'esplorazione ed alla sperimentazione come The Elder Scroll V: Skyrim si prestano molto bene alla raccolta di aneddoti divertenti da raccontare agli amici giocatori.
IA incostante, bug dalle conseguenze disastrose od esilaranti, conclusioni di quest meno eroiche del previsto, insomma, a furia di giocarci per decine di ore, di cose che vale la pena raccontare ne accadono.
Quella che segue è una di queste.

Cose che possono capitare quando parcheggi incautamente il cavallo.
Mentre scendi lungo una via acciottolata, appena si diradano gli alberi puoi scorgere una fortezza semi diroccata che si staglia sulla riva opposta del fiume.
Decidi di darci un'occhiata, come per le precedenti fortezze/torri/rovine/miniere in cui ti sei imbattuto, ma appena attraversi il ponte che collega le due rive ti si presenta un piccolo accampamento.
Ti avvicini, scendi dal cavallo e apostrofi i tre tizi seduti attorno al fuoco. Salta fuori che sono gli ultimi sopravvissuti di una forza che ha tentato di riprendere il controllo della fortezza.
Ma vi do una mano io, che diamine!
Lasci lì con loro il cavallo, trovi un'entrata secondaria che da una grotta porta dritti dentro le mura e parti con l'opera di pulizia che ti porta via tutta la notte, principalmente perché al primo passaggio sfondi tutta l'opposizione con la grazia di un licantropo in piena crisi ormonale, nel senso letterale, cioè ti sei trasformato in un lupo antropomorfo dal brutto carattere e dagli artigli belli lunghi, e poi ti sei fatto la strada a ritroso per resuscitare i cadaveri, spogliarli dei loro miseri averi e rimetterli a nanna con un'ascia piuttosto grande.
Un bel letto lì vicino ti suggerisce di aspettare la luce del mattino seguente, prima di avventurarti all'esterno a dare la buona notizia ai tizi dell'accampamento.
Quindi poche ore dopo, bello fresco e con la pancia piena dei soldati del forte, apri i cancelli e con tuo grande stupore si palesa solo uno degli uomini che ti hanno affidato la missione.
Torni quindi all'accampamento per scoprire a terra i cadaveri degli altri due, quelli di alcuni nemici del forte e quello piuttosto imponente e francamente fuori posto di un orso.
Ma che cazzo...?!? pensi mentre ti fai spallucce e cerchi il tuo cavallo.
Invano.
Perso per sempre.
Saranno stati i soldati? L'orso Yogi? Li mortacci di Pippo che una cavalcatura costa 1.000 dannatissimi septim d'oro?
La prossima volta nella fortezza ostile ci porto pure il cavallo, vaffanculo, sarà più al sicuro.

È encomiabile lo spirito di sacrificio della fauna locale.


lunedì 11 agosto 2014

Forse non tutti sanno che a Skyrim...



A mollo nel mare del nord, durante una nevicata, solo per una foto romantica. L'avventura.


Giochi aperti all'esplorazione ed alla sperimentazione come The Elder Scroll V: Skyrim si prestano molto bene alla raccolta di aneddoti divertenti da raccontare agli amici giocatori.
IA incostante, bug dalle conseguenze disastrose od esilaranti, conclusioni di quest meno eroiche del previsto, insomma, a furia di giocarci per decine di ore, di cose che vale la pena raccontare ne accadono.
Quella che segue è una di queste.

È un bel mattino quello che mi sto godendo cavalcando nelle verdi valli del Falkreath, pigramente alla ricerca di un posto nuovo da visitare, che eroe e tutto va bene, ma in fin dei conti sono un tombarolo.
La quiete mattutina viene improvvisamente infranta da due cacciatori orchi che inseguono un'alce.
Due cacciatori in armatura di ferro completa e armati di asce.
E già qui avrei dovuto capire.
Mettono il fiero animale con le spalle al muro e lo finiscono in un turbinìo di fendenti.
Anche qui avrei dovuto cogliere il messaggio.
Mi avvicino, dopotutto son cacciatori, avranno carne da vendere.
Freschissima, per giunta.
Mi rivolgo al primo, che non fa in tempo a dirmi cosa ha da propormi che il compagno lo aggredisce e lo massacra a colpi d'ascia proprio davanti a me, mentre parlavamo.
Va bene, mi dico, compriamo da lui, visto che ci tiene tanto.
Anche lui ha della carne da vendere dopotutto, e oh senti, la concorrenza è una brutta cosa per tutti tranne che per il cliente.
Prendo un bel cosciotto di capra, e per fare lo splendido, già che ci sono, gli lancio pure un incantesimo di cura.
Il sociopatico mi attacca, ascia alla mano.
Avrei dovuto capirlo prima, mi dico estraendo il mio martello da guerra da quella che pochi secondi prima era una testa di orco di cazzo, i segnali di non aver a che fare con un tipo intelligente c'erano, in fin dei conti.
Morale, in Skyrim, prima uccidi, poi saccheggia ed eventualmente poi ricarica il salvataggio rapido.

Di te sì che mi posso fidare.

venerdì 31 gennaio 2014

Il Nabobbit - Un viaggio inaspettato - 10


Alternative


un cinghiale corazzato e diversi sgherri sono comunque meglio
di un drago sputafuoco con le palle girate

Facile non è scorgere una strada secondaria mentre si è investiti da un muro di fiamme, ma fortuna volle che Nabobbit vi si trovò davanti quasi per caso.
In tutta sincerità vi ruzzolò dentro in un goffo tentativo di evitare di fondere assieme all'armatura. Molto meno eroico, d'accordo, ma tipico della fortuna dell'esploratore.
Un non morto l'aveva quasi chiusa, ma un po' di spazio restava ancora. Nabobbit si sforzò ma non riuscì a muoverla. Cercò di infilarsi attraverso la fessura. Pigiò, pigiò, e rimase incastrato! Era una cosa tremenda. I bottoni gli si erano impigliati tra lo spigolo e lo stipite della porta.
A un tratto, all'interno, un non morto gridò: «C'è un'ombra vicino alla porta! C'è qualcuno fuori!».
A Nabobbit balzò il cuore in gola.
Si fece avanti dall'ombra un enorme cinghiale corazzato.
A Nabobbit si strinse moltissimo l'estremità di un altro tubo collegato all'alimentazione ma in posizione opposta al precedente.


e questo è solo l'inizio

Uno spasimo di paura e un senso di perdita, come un'eco dell'infelicità di Gollum, colpirono Nabobbit che, dimenticando perfino di sfoderare la spada, si ficcò la mano in tasca. L'anello c'era ancora, ed insieme ad esso alcune bombe incendiare. Ne strinse una nel pugno, con un unico fluido movimento la tirò fuori, facendola sfregare sull'innesco e la lanciò all'indirizzo della mostruosità corazzata. In un lampo fu avvolta dalle fiamme, spessi strati di metallo resi inutili da un attacco non convenzionale.
I non morti si fermarono di botto. Non c'era più traccia di lui. Era svanito.

Approfittando dell'effetto sorpresa li aveva superati infilandosi nella prima apertura disponibile.

martedì 28 gennaio 2014

Il Nabobbit - Un viaggio inaspettato - 9


Fidarsi è bene...


devo guardare da questa parte?

Non fu un caso l'incontro con quella figura solitaria che sostava su una terrazza ammirando il sole. Appena uscito dalla torre percepì immediatamente la figura in netto contrasto con l'orizzonte.
Il cavaliere guardò severamente Nabobbit, quando gli fu davanti, e gli fece molte domande. Ma tutto ciò che Nabobbit disse fu che moriva di fame.
«Perché tu e i tuoi avete cercato per tre volte di attaccare il mio popolo durante i loro festeggiamenti?» chiese il cavaliere.
«Non li abbiamo attaccati» rispose Nabobbit. «Venivamo a chiedere l'elemosina, perché morivamo di fame».

Il cavaliere si voltò nuovamente verso il paesaggio, dando le spalle al nabobbit, sospirò e gli disse: «Allora non ti resta altro da fare che proseguire sul ponte».

E così Nabobbit fece.


fregato per la seconda volta...

«Credo il cavaliere abbia omesso un dettaglio fondamentale...»


la classica posa da "oh cazzo!"


mercoledì 22 gennaio 2014

Il Nabobbit - Un viaggio inaspettato - 8


Routine


pronti per lo stunt

Quando fece capolino, alla luce dei lampi vide che dall'altra parte il gigante era uscito all'aperto e giocava a scagliargli dei grossi macigni, afferrandoli e scagliandoli nell'oscurità, dove si fracassavano tra gli alberi giù in basso, o si frantumavano in piccoli pezzi con un'esplosione.
Ma il riparo di pochi metri di altezza era solo temporaneo, prima o poi il demone avrebbe colpito il bersaglio.

Il suo piccolo capo scarsamente protetto da una specie di secchio di latta.

  
Godetevi la pacchia di un vantaggio tattico finché dura

Lo colpì prima ancora che lui lo vedesse. Sì, lo colpì. Fosse un caso, o l'ultimo tiro giocato dall'anello prima di cambiare padrone, fatto sta che non lo aveva al dito. Con un urlo disperato si gettò su di lui.
Sarebbe fin troppo facile pensare che avesse avuto la brillante idea di ripetere la prodezza, rivelatasi così efficace, che lo aveva portato a trionfare sul precedente demone.
La triste realtà invece fu che dal panico seguente all'improvvisa apparizione del mostro, ed alla fuga scoordinata sulla scala a pioli, le mani sudate mancarono l'appiglio e lui cadde goffamente sul capo della creatura, e più per caso che per destrezza, la spada si intromise tra i due.

lunedì 20 gennaio 2014

Il Nabobbit - Un viaggio inaspettato - 7


Diffida sempre dei passaggi obbligati


lo so bene che il problema non siete voi

Reso più cauto dalla presenza di Smog, l'esplorazione del borgo procedeva più lentamente, spingendo il nabobbit ad approcci più studiati e sicuri.
Egli poté udire i non morti intonare un'orribile canzone:
Già quindici uccelli su abeti posati,
dal vento infocato son stati spennati!
Mancavan le ali a quegli uccellini!
Che cosa facciamo di questi cosini?
Mangiarli arrostiti, passati al tegame,
bolliti, conditi o stufati? Che fame!
A metà del terzo verso Nabobbit stava già precipitandosi dalle scale in una carica disperata.


era troppo sperare di attraversarlo in santa pace?

Scale di pietra, scalinate, a chiocciola e a pioli. Il sadismo degli antichi architetti era evidente ad ogni metro attraversato.
Nabobbit non aveva mai visto né immaginato niente di simile. Si trovava in alto su una strettoia, e da un lato un precipizio pauroso scompariva in una valle oscura. Si era riparato lì dall'improvvisa apparizione del Demone del Toro, troppo pericoloso da affrontare nello scarso spazio fornito dai camminamenti delle mura esterne.



venerdì 17 gennaio 2014

Il Nabobbit - Un viaggio inaspettato - 6


Il borgo


a destra il modo corretto di attaccare, a sinistra quello sbagliato, brutto, risibile

Nabobbit vide che era arrivato il momento di agire. Lui certo non poteva arrivare lassù, al Borgo dei Non Morti, dov'erano quelle bestiacce, e non aveva niente da tirargli contro; ma guardandosi attorno vide che in quel posto c'erano molte pietre, sparse in quello che sembrava il greto asciutto di un piccolo corso d'acqua.
Rinfoderò l'arma, si chinò per raccoglierne una particolarmente grande e si apprestò a lanciarla sulla testa della creatura più vicina.
Poi si senti più stupido del solito, lasciò cadere l'inutile pietra e fece passare mezzo metro di ferro tra le scapole del primo sventurato di una lunga serie.


è bene guardare con attenzione dove si mettono i piedi, è meglio guardare cosa si muove sullo sfondo

Non c'era un filo di luce – tranne, come gli sembrò quando alla fine alzò la testa, un pallido barlume bianco, sopra di lui e lontano nell'oscurità. Ma esso non era affatto una scintilla di fuoco di drago, sebbene il tanfo del mostro fosse pesante in quel luogo, e Nabobbit sentisse in bocca il sapore dei fumi dragheschi.
Alle lunghe il signor Nabobbit non ne poté più. «Va' in malora, Smog, brutto mostro!» proruppe con voce stridula. «Piantala di giocare a nascondino! Fammi luce e poi mangiami, se riesci a prendermi!»
Poi, quando una piccola smorfia di sollievo cominciava già a formarglisi sulle labbra, d'improvviso una forma gigantesca saettò nell'aria sopra di lui.
Un lungo verso stridulo accompagnò la bestia nel suo viaggio.

La bocca dello stomaco del nabobbit si chiuse così forte che la sentì scricchiolare.

sabato 11 gennaio 2014

Il Nabobbit - Un viaggio inaspettato - 5


Eh eh eh!


ancora non sa che l'altro mezzo di trasporto è ancora peggio

Stava ancora sopra di lui, gracchiando alla sua sfortuna e la sua goffaggine, mentre lui si lamentava della perdita del passaggio che gli rendeva impossibile tornare indietro, quando si accorse di un fioco soffiare di corni nel bosco e di un rumore come di cani che abbaiassero in lontananza.
Sedette lì a lungo, senza osare fare un singolo movimento.
«Un enorme corvo ti ha scagliato come un sasso dall'alto, e pensi davvero che non muovendoti non ci si possa accorgere di te?» una voce canzonatoria lo prese a, e per, le spalle.
Si voltò e incrociò lo sguardo con un soldato dall'aria annoiata, che se ne stava seduto pigramente presso un falò.
Gli avevano appena dato il benvenuto al Santuario del Fuoco.


il primo di una lunga serie di personaggi che vi saluteranno con una risata preoccupante

«Be'! Eccoci qua!» disse il soldato. «E suppongo che dobbiamo ringraziare la nostra buona stella e il signor Nabobbit. Sono sicuro che se lo aspetta a buon diritto, anche se sarebbe stato desiderabile che avesse potuto organizzare un viaggio un po' più comodo. Comunque... dove si va?».
«Alle Catacombe, direi» disse Nabobbit. «E dove altrimenti?»
«E perché non vai direttamente ad affogare a Petite Londo, già che ci sei?» sbottò in una risata maligna il soldato.
«È che con tutte queste strade... ma una vale l'altra, no?»

«No, genio. Tu vai al Borgo dei Non morti, come tutti i nuovi arrivati, ed esattamente come loro, vedi di non tornare.» Poi socchiuse gli occhi a fessura, e con un tono quasi minaccioso aggiunse «E non scordarti la campana».