domenica 18 novembre 2018

Are you going to

try and keep writing something sometimes?

Comprendo il sentimento di abbandono ma negli ultimi due mesi sono intervenute delle distrazioni che hanno sottratto tempo sia ai miei abituali giochi che alle riflessioni sugli stessi, per esempio è da ottobre che volevo scrivere almeno due righe su quanto Unavowed abbia preso in prestito dalla formula Bioware e ne abbia tratto un'avventura grafica che fa della composizione del party il suo fiore all'occhiello, considerando che parliamo di un titolo sviluppato da una sola persona, soprattutto alla luce dell'esperienza deludente che ho avuto con l'ultimo Dragon Age, di cui francamente ho già scritto troppo e che con le sue cento ore di brodo allungato con la sciacquatura dei piatti rende solo più triste quanto di inconfondibile rimanga della mano dei suoi autori.

Una distrazione.

Poi come vedete ho cominciato con un'esperienza decisamente più analogica e mi sono fatto prendere un po' la mano quando ho scoperto di non essere malaccio nel tentare di apporre della pittura tra le pieghe di una miniatura (complicata con inutili personalizzazioni) con le mie manone e oggi posso dire di poter usare il ceramic white quasi senza timore.
Un'altra distrazione è stata il mio quotidiano peregrinare per le mappe di Vermintide 2 che a quota 245 ore ha per ora pienamente appagato la mia passione per l'applicare un martello da guerra nanico sui calli di un guerriero del caos per aiutarlo a scendere da una barricata improvvisata.

Le talon d'ouille!

that was a very contrived pun, have you nothing serious to say about Red Dead Redemption 2?

Eh, che volete che vi dica.
Qualsiasi cosa possa azzardarmi a proferire ora che è praticamente il gioco dell'anno per un ottanta abbondante per cento di chiunque sia corso con impeto presso un negozio di videogiochi o alle poste per ricaricare la postapay e trasformare i suoi euro in dollari, sarei condannato per eresia senza neanche passare dai sotterranei dell'inquisizione.
Preferisco tenermi le mie pacate opinioni per qualche mese quando il lustro sarà inevitabilmente passato a qualche altro blasonato titolone e si potrà cominciare seriamente a mettere in discussione alcune scelte stilistiche che gravano non poco sul gioco.
Nell'attesa potrei parlare di quanto poco sia durato il collettivo piacere per il nuovo Spiderman dell'Insomniac di cui mi sono da poco procurato una copia a prezzo d'occasione grazie al rientro massiccio di copie usate dei pionieri del day one che sacrificano il vitello grasso appena assaggiato per il vitello appena più nuovo e grassoccio, lasciando a noi saggi mendicanti il piacere di assaporare con la dovuta calma la sua ciccia succulenta.
La velocità con la quale il mondo si è collettivamente dimenticato del miglior gioco dell'arrampicamuri mi fa riflettere su quanto sia proibitivo per un consumatore medio di videogiochi anche solo godersi l'acquisto.


E di godere non mi riesce pienamente con l'ultimo God of War perché per quanta esperienza faccia con il suo nuovo sistema di combattimento alla fine sbatto la faccia sempre sullo stesso muro, lo gioco come il gioco che non è ma che vuole sembrare.
Per le prime otto ore ho fatto letteralmente a pugni con i combattimenti, spesso ripetendo lo stesso per più di venti volte (la scelta del terzo livello di difficoltà non mi ha aiutato) e buona parte della colpa ce l'ha l'inquadratura.
A cosa mi serve una visuale così ravvicinata sulla possente schiena di Kratos se non sto giocando a Resident Evil 4?
Se non fosse per le brutte frecce colorate che mi avvisano dei colpi in arrivo dai 260 gradi di arena che sono fuori dall'inquadratura morirei decine di volte come un merlo perché qualcuno ha pensato che siccome l'ascia si può lanciare andava benone la visuale da sparatutto in terza persona.
Quindi optare per l'interfaccia disabilitata per godersi meglio la grafica di prim'ordine rende il tutto quasi ingiocabile e ad aggravare la cosa c'è la solita storia delle abilità da sbloccare e francamente se all'inizio me ne avessero concesse un paio per il controllo della folla non avrei sofferto come un cane negli scontri con più di due avversari.
Il doversi fermare ogni tanto per l'ennesimo puzzle o una quest secondaria rende poi l'esperienza un po' confusa.
Per il resto è tecnicamente impressionante, con la barba del protagonista tra le cose più dettagliate che abbia mai visto su console (insieme alla sua inquietantemente minuziosa modellazione del capezzolo) e se non ci fosse Atreus a fare da lente attraverso la quale filtrare tutta l'assurdità di un personaggio come Kratos, questo God of War sarebbe ben misera cosa.
Anche questo è un esempio di un buon gioco che viene osannato a raffica all'inizio per poi slittare fuori da buona parte delle liste d'eccellenza, se non dimenticato, certamente ridimensionato.

Gusto and Fatale!

Sullo stesso tema anche le focose avventure di Kassandra, colei che porta il vessillo dell'isola di Lesbo per tutto il Peloponneso ed oltre, sono finite per scivolare pian piano via mentre la qui presente gazza ladra ha da poco messo le zampe sulle avventure del suo predecessore in quel dell'Egitto Tolemaico che qualche lettore di vecchia data ricorderà essere un tema a me caro.
Ma sono stato troppo impegnato a nettarmi i baffetti da sorcetto per godermi il caldo secco del deserto.

sorcetto.


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