Primo e tuttora unico frutto della mia esplorazione di quanto disponibile di scaricabile sulla WiiU, si è anche rivelato una rielaborazione divertente dei vecchi giochi di ruolo per computer in soggettiva con i movimenti di casella in casella e giri di novanta gradi per volta.
L'ambientazione suggestiva e l'uso di colori alquanto acidi fanno da sfondo ad una storia semplice ma piuttosto sentita ed un combattimento reso giocoso dall'implementazione intelligente dello schermo tattile.
Raccogliendo i vari pezzi che sottrarremo ai mostri (come nel più classico stile da samurai, laddove la separazione di un braccio dal suo originale possessore ne trasferisce la proprietà all'offensore) ci potenzieremo man mano in vista della sfida con il drago che ha rapito la nostra famiglia.
![]() |
| Rosso, viola, blu, ve li ricordate? |
ZombiU
Nelle intenzioni di Ubisoft doveva essere la killer application per il paddone della WiiU e non si può negare che abbiano provato a dargli un senso, tenendolo come schermo secondario con funzioni di mappa e gestione dell'inventario (simulando il rischio di rimestare nello zaino senza una pausa ad hoc) e ci sono parzialmente riusciti.
Il gioco in sé è un piacevole, se mi passate il termine per un gioco dell'orrore, titolo di sopravvivenza ad un'epidemia di zombie che ha devastato Londra e nella quale dovremo muoverci agli ordini di un saccente survivalista in una serie si missioni che ci porteranno anche a Buckingham Palace.
Francamente la parte migliore è quella nella quale prenderemo a pagaiate in testa il 99% dei morti ambulanti che incontreremo, fatto salvo per quelle rare occasioni nelle quali ci concederemo l'uso di un'arma da fuoco se non addirittura dell'esplosivo.
Iniziato a livello di difficoltà normale ho presto optato per il livello più facile perché francamente martellare il capo ottuso di un morto vivente ben cinque volte di fila per averne ragione non rende la sfida più impegnativa, solo più laboriosa e perditempo.
Sono comunque riuscito a morire ridicolmente nella sezione finale, quella dell'evacuazione, perché dopo un'intera partita giocata con precisione e sistematica attenzione sono indietreggiato in un falò per guadagnarmi lo spazio adeguato a fucilare una guardia reale assatanata.
![]() |
| Ecco invece la colorazione tipica di un titolo tripla A. |
The Legend of Zelda: Breath of the Wild
Per molti ma non per tutti il supremo vincitore del 2017.
Io posso dire solo che mi sono perso per questa Hyrule percorribile in lungo ed in largo per buona parte dell'estate, sempre piacevolmente stupito dalla quantità di piccole e grandi scoperte da fare e che ho molto apprezzato la versione ridotta e concentrata dei vecchi dungeon riproposti qui nei vari santuari da ripristinare (118 tutti da solo).
A parte la grafica deliziosa, le animazioni curatissime, le musiche piacevoli, il combattimento sfizioso e vario, le galoppate al chiaro di luna o sotto il solleone, le piogge improvvise ed incessanti proprio mentre stavo per scalare quel benedetto picco, le varie condizioni ambientali che richiedono approcci coscienziosi, la realizzazione di poter finalmente sfidare le macchine ambulanti con il raggio della morte e tante altre cose che più ci penso più tornano in mente, le due principali caratteristiche che mi hanno sedotto di più sono la cura con la quale il mondo è stato costruito per istigare la curiosità del giocatore e condurlo in posti di grande interesse e le continue scoperte possibili armeggiando con quanto disponibile, per esempio quando si vedono per la prima volta gli effetti di un pollo colpito da un nemico o il provare e riprovare a cavalcare un cervo e scoprire che sì, è possibile.
Bayonetta
Ok, la prima volta che lo giocai su Playstation 3 non mi fece poi questa grande impressione (a ben vedere è stata la versione peggiore) e una volta completatolo lo rimisi sullo scaffale e tanti saluti.
Nel corso degli anni ho poi avuto modo di leggere parecchio sul perché non ci abbia capito una mazza ed alla fine eccomi qua con una console usata presa quasi esclusivamente per tutti e due gli attuali capitoli.
Rigiocato proprio recentemente non ho potuto fare a meno di mordermi le labbra per la pessima prestazione passata, troppo tradizionalista e poco incline alla sperimentazione, perché sì, il gioco vanta parecchie sfumature che possono sfuggire ad un occhio distratto.
Non mi metterò anche io a ripetere ciò che molti altri hanno già detto sulla profondità e relativa accessibilità che contraddistingue il sofisticato sistema di combattimento, posso solo affermare che è un piacere da giocare ad ogni livello, sia che siate un inesperto alle prime armi sia che siate Mr. Dante Must Die or go home.
La sezione dell'autostrada e quella sul missile possono comunque andare all'altro paese oggi come allora.
![]() |
| Su, non si faccia pregare. |
The Last Guardian
Gioco con cui ho inaugurato la mia nuova fiammante Playstation 4, priva di Pro, VR e finanche di uscite audio e ad oggi unico giocato sulla suddetta, ho lottato a lungo con le animazioni del giovanissimo protagonista, trovandole spesso uno scomodo orpello alla controllabilità del personaggio.
Tutto un altro discorso invece per quanto concerne il suo compagno, il maestoso cucciolo alato e piumato in cui molti vedono un cane dai tratti felini. Un tripudio di coccolosità francamente fuori scala.
Come siano riusciti a tirarne fuori un gioco intero nonostante il lunghissimo periodo di gestazione rimane un mistero ma ciò che è rimasto della visione originale vale il prezzo del biglietto.
Non c'è davvero null'altro di simile in giro e la peculiare aura di gioco alla Team ICO che lo pervade non fa che approfondirne il carisma.
Ha diversi difetti che non sto ad elencare ma una bestia virtuale così presente nel suo mondo non l'avevo mai vista prima d'ora.
![]() |
| Sleeping beauty |
Castelvania: Lord of Shadow - Mirror of Fate
Se il primo si era rivelato quasi un capolavoro tanto quanto il secondo sia sinonimo di pernacchia, questo spin-off si piazza nel mezzo della più centrale mediocrità.
Bidimensionale nello spirito e con l'infelice idea di giocarsela nella stessa categoria degli illustri, originali, per inciso giapponesi, predecessori, tenta di far finta che noi non si sia mai sentito parlare di un tale Symphony of the Night.
Anche senza scomodare la vetta, questo si rivela un semplice passatempo che inizierete incuriositi e terminerete quasi meccanicamente.
![]() |
| Il cugino di terzo grado dei Belmont. |
Il Professor Layton e l'eredità degli Aslant
Sesto? Sesto capitolo (e già neanche l'ultimo) della saga del buon professore che alla sua conclusione ha sconvolto quanto credevo di sapere della sua cronologia portandomi per un agghiacciante momento a considerare l'idea di ripartire dal lontanissimo the Curious Village come la leggendaria Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare con l'unica conclusione poi di mozzarmi non già il mignolo con anello pastorale quanto i miei modesti attributi.
Forse l'aria di bonaccia che si respira in questa ultima (si fa per dire) avventura mi ha un po' contagiato perché, fermo restando il piacere di risolvere piccoli bocconi di enigmi, tutti generalmente gradevoli tranne quelle odiose tessere da riordinare, di cui il mio cervello deficita decisamente le dovute attitudini, la storia a spasso per il fantasioso globo di una non ben chiara era industriale/moderna non mi ha coinvolto particolarmente, deludente considerando che qui si chiude la maxi storia sulla civiltà scomparsa degli Aslant che mi pare abbracci ben tre titoli.
I giochi della serie Layton rimangono comunque un passatempo che è capace di divenire una piacevole abitudine per settimane.
![]() |
| Col vantaggio di farvi sentire intelligenti di tanto in tanto. |
Metroid: Samus Returns
Il primo Metroid a degnarsi di tornare sui metroidvania su console Nintendo ed è discreto?
Come già detto da altri illustri personaggi nel corso degli ultimi anni sono usciti alcuni esponenti del genere di notevole qualità ed inventiva e presentarsi ora con un gioco che fa tutto bene ma non si impegna di più è un po' un peccato.
Ricchissimo di azione, con un paio di boss divertenti (ed uno davvero fastidioso, non nel senso di difficoltà ma di tediosità nell'affrontarlo), con comodi teletrasporti in giro per i livelli, un'arma che diventa presto davvero letale e alcuni segreti che costringono ad usare il cervello si ha un pacchetto di tutto rispetto. Un discreto pacchetto.
![]() |
| Un bel po' di colori acidi anche qui. |
Phoenix Wright Ace Attorney
Un vecchio classico che nasconde dietro la facciata da visual novel un dramma da aula di tribunale distopica nella quale spetta all'avvocato difensore fare quasi tutto il lavoro, dove i procuratori fanno un po' come gli pare ed il giudice è lì a metterti fondamentalmente fretta perché il processo può durare al massimo tre giorni e se non si dimostra l'innocenza dell'imputato gli spetta la pena di morte. Il tutto alleggerito da una comicità tipicamente giapponese che tenta di sorvolare sulla disumanità di un sistema legale che piacerebbe ad un sacco di gente, fintantoché imposta a chi non gradisce.
Ma se questa impostazione serve a qualcosa è ad enfatizzare il momento eureka nel quale scoprirete la contraddizione determinante a far collassare la tesi dell'accusa e da lì a valanga ogni suo tentativo di recupero.
Come forse si intuisce dalla premessa, il gioco non si fa problemi a descrivere e far analizzare omicidi fittizi in cerca di prove.
Maturo, simpatico e con un'ambientazione un po' disturbante presenta casi via via più complicati ed ingarbugliati.
Mirabili le animazioni che denotano il crollo della sicumera degli autori dei complotti.
![]() |
| Anche qui si parla di una saga bella lunga. |
Overwatch
Gioco multigiocatore a squadre che mi ha accompagnato per buona parte dell'anno, dalla grandissima cura realizzativa, con notevole varietà di personaggi e mappe, con tanti eventi stagionali studiati per rinnovare l'interesse, molto divertente da giocare ed appagante da padroneggiare, minato fondamentalmente da due problemi relativamente importanti a seconda della vostra sensibilità.
In primo luogo è popolato soprattutto da giovani e giovanissimi, pertanto armatevi di pazienza e tenete pronto il dito per silenziare la chat e mettere debitamente in ignora gli individui più spregevoli.
Razzismo, omofobia, misoginia, generale ignoranza e ignobiltà faranno del loro meglio per ricordarvi che questa massa di asini diventerà a breve la popolazione media di un qualsivoglia paese occidentale, con diritto di voto e peso nelle decisioni politiche che determineranno la probabile fine della loro nazione.
Poi c'è la questione che più il tempo passa e maggiore diventa l'intento della Blizzard Activision di venderti prodotti cosmetici accessori del tutto superflui.
Niente di sconvolgente, sebbene rimanga a mio avviso sconfortante, eppure con l'accumularsi delle ore il peso aumenta e quando ti rendi conto che stai giocando in arcade fondamentalmente per il loot box promesso allora è il tempo di farsi una paio di domande.
In netta contrapposizione con Vermintide, per esempio, il cui minor numero di giocatori e la media di età maggiore mi permette di ridurre al minimo le interazioni spiacevoli e che gioco quasi esclusivamente per il piacere di affrontare determinate mappe (chi ha detto the Cursed Rune?).
Insomma, se nello spazio dedicato ad Overwatch ho trovato il modo di parlare di un gioco dai valori produttivi decisamente inferiori ma che preferisco qualcosa vorrà pur dire, no?
Da giocare di tanto in tanto senza farsi coinvolgere da alcuna smania.




































