Per il primo capitolo, con una breve spiegazione di cosa ci facciano delle foto di Dark Souls e dei testi vagamente familiari, passate pure di qui
Evasione
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| Quella facciata segna la fine della vostra innocenza |
Non era in grado di pensare al da farsi; né tantomeno era in grado di pensare a quanto era successo; o perché fosse stato abbandonato; o perché, se era stato abbandonato, gli esseri vuoti non l'avessero catturato; e nemmeno perché la testa gli facesse tanto male.
Poi ricordò le sbarre.
La mancanza di tè.
E finalmente la chiave.
La fissò pensoso per qualche momento, infine la raccolse, la tenne tra le dita studiandola un altro po'. Nulla nell'aspetto di quel piccolo oggetto suggeriva la sua importanza, finché non decise di provarla nella serratura della cella.
«Tornare indietro?» pensò. «Neanche per sogno! Andare di lato? Impossibile! Andare avanti? È la sola cosa da fare! Dunque, in marcia!». Così si alzò, e trotterellò via con una piccola spada spezzata trovata appena fuori la porta, tastando la parete con la mano, e col cuore che era tutto un frenetico tic-tac.
Allora ci fu un bellissimo pandemonio. Nabobbit, quando il Demone del Rifugio lo lasciò cadere a terra, ebbe ancora abbastanza presenza di spirito di sgattaiolare fuori dai piedi prima che iniziasse a percuoterlo con quel tronco d'albero che agitava come una mazza.
Per Nabobbit sarebbe stato il momento giusto di andarsene. Ma i suoi poveri piedi erano stati quasi stritolati da un colpo del demone e lui stesso non aveva più fiato in corpo e la testa gli girava; solo allora vide una piccola apertura nell'angolo più lontano del salone.
«Ci riprovo appena resuscito, quando avrò più energie».
Così rimase lì ad ansimare per un po', e in men che non si dica si ritrovò appena fuori del cerchio di luce proiettato dal fuoco.
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| Lui invece segnerà la fine della vostra integrità strutturale |


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