mercoledì 4 ottobre 2017

Overwatch - Trace a line

Acclimatato ai tempi ed alle movenze della maggior parte dei tank ho sempre esitato a metter mano a personaggi cinetici come la sgusciante Tracer e il saltellante Genji, eppure, dopo una breve prova sul campo, sono divenuti una vera gioia da frapporre tra una difesa e l'altra.


Tra le prime, timide, esperienze, eccomi sperimentare sia con la sua eccezionale mobilità, sia con la sua capacità di danno, ispirato soprattutto da tutte le volte che un nemico mi devastava letteralmente con la combinazione delle due.
Infatti si potrebbe dire che il filmato rappresenti un alquanto grezzo tentativo di entrare nello spirito del personaggio.
Fortunatamente le cose miglioreranno.


Come per esempio quando posso sfruttare la bomba a tempo per rimuovere dall'area una torretta fastidiosa ed il suo inopportuno creatore, lasciando un campo più comodo per i compagni per tentare la riconquista dell'ultimo minuto.


Ben altra cosa è applicare la suddetta bomba a bersagli in movimento ma qui viene in soccorso la straordinaria mobilità di Tracer che le consente di avvicinarsi quel tanto che basta ad un gruppo di troppo impegnati difensori e farli saltare allegramente in aria per poi ritornare sul luogo del misfatto ad impallinare i sopravvissuti.


E se l'assalto è la sua ragion d'essere, le sue capacità in difesa non sono da meno. In una situazione potenzialmente catastrofica, con un avversario in pieno svolgimento della sua super (una pratica salva di proiettili con mira automatica, devastante per personaggi come il mio, con pochi punti ferita) supportato peraltro da un buon curatore, un arrivo fulmineo e una bomba ben piazzata, possono fare la differenza. Così come giocare al gatto col topo con una povera Symmetra, così vicina al medikit eppur così lontana.


E cosa fare quando il proprio gruppo sembra non saper approcciare efficacemente un Bastion ostinatamente piazzato sul carico che dovremmo scortare? In mancanza di cecchini abbastanza svegli da capire che sarebbe un bersaglio perfetto per loro, tocca alla nostra agile punk fiondarsi sul povero robottino e depositargli con tanto affetto l'esplosivo in grembo. Tre volte nella stessa partita. Mi avrà genuinamente adorato.


Stessa mappa, stesso scopo, altra partita. Se come tank posso incunearmi in una formazione nemica e contare sulla mia resistenza per portare scompiglio, lo stesso posso con la piccola e fragile inglese, schizzando a destra e a manca sforacchiando ogni sagoma rossa in vista, magari con una certa predilizione per curatori o in mancanza di essi, personaggi particolarmente scomodi (come un Reinhardt col suo bello scudo o un MCree dalla mira troppo buona).


Il gioiello della corona però è il mio intempestivo arrivo su una Zarya in procinto di lanciare la sua bomba gravitonica per dare ai suoi colleghi dei bersagli comodamente appropinquati, freddarla un attimo troppo tardi, rovinandole comunque il momento di gloria, per poi lanciare la mia bomba e guastare il gioco pure ad un Bastion troppo speranzoso ed ad uno sfortunato Genji colto alla sprovvista dall'esplosione (entrambi scippati della loro super dalla mia bombetta impertinente).
Triple combo breaker!, urlerebbe una voce sintetizzata in un picchiaduro degli anni novanta.
Inutile dire che aver freddato la metà della formazione avversaria ha enormemente compromesso la loro capacità di tenere l'obiettivo.

Gli occhi della tigre.


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