play Dark Souls 3?
No, mannaggia ai pescetti.
Fine.
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| Non guardate da questa parte. |
Vorrei tanto poter dire che non ci giocherò perché la Namco Bandai ha tradito i fan storici della serie con qualche sciocchezza che può capire solo qualche gamer integralista facente parte di una famigerata e ristretta cerchia dalle spiccate tendenze sociopatiche, oppure che i tanti difetti di una palese mancanza di ottimizzazione rendono il prodotto inaccettabile con i suoi frame al secondo che ricadono penosamente sotto i 30 (anni presunti dei suoi più ferventi ammiratori), o che il prezzo è un insulto e una presunzione infondata che traveste un titolo dal budget meno che esaltante per introdurlo clandestinamente nei lidi lontani dei tripla A, altrimenti potrei avventurarmi anche nel dire che anche mo' basta con questi cavalieri emaciati che se la vedono nei soliti castelli diroccati.
La verità però è una e una soltanto.
Come ho già scritto altrove, in realtà piango come solo un nerd dinanzi all'inadeguatezza del suo hardware.
Signori, come immagino già saprete, non c'è trippa per gatti su cui far girare il nuovo capitolo di Mr. Miyazaki.
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| Flame, dear flame, caccia il soldo per il PC nuovo. |
Comprendete il mio dolore? Non dovreste poterlo fare, visto che non sto poi così male.
Primo, perché c'è forse una luce in fondo al tunnel e non sento nessun fischio.
Secondo, piuttosto che installare nuovamente uno dei due precedenti capitoli per aggiungervi un altro bel centinaio di ore, al momento mi sto godendo due piccole perle.
The Book of Unwritten Tales sostava, quasi dimenticato, nella mia libreria Steam da alcuni anni e in un momento di lucidità l'ho riesumato e non potrei esserne più contento.
Colorato e divertente, mi sta intrattenendo con piacere da parecchie ore e l'unico appunto che posso fargli è che quel maledetto pezzo di stoffa mi ha fatto penare come un gibbone.
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| 'Va che bello. |
Cui si accompagnano ore piacevoli, se non quando capitano eventi imprevisti, tipo diarree esplosive che coinvolgono il medico della carovana due passi prima di uno scontro importante, lasciandomi con quattro feriti gravi e un povero tapino piegato in due troppo occupato a lordarsi i calzoni per estrarre palle di archibugio, lontani anni luce dal centro abitato più vicino o missioni secondarie sottovalutate e bastarde fino all'osso, gentilmente concesse da quel piccolo gioiellino di strategico/gestionale/esplorativo che risponde al nome di Expedition - Conquistador.
La parte senz'altro meglio concepita è nei testi che aiutano a descrivere eventi inattesi con una competenza davvero lodevole, dipingendo poi personaggi piacevolmente credibili.
Non vi capiterà tutti i giorni che un soldato altruista avvii una conversazione con uno studioso razzista e orgoglioso sulla presunta superiorità della cultura spagnola rispetto a quella indigena, per poi filosofeggiare sulla natura stessa della cultura.
Aggiungete la possibilità di giocarvela sulla diplomazia, scelte multiple che rafforzeranno o eroderanno il morale dei propri commilitoni a seconda delle loro personalità e convinzioni ed avrete un quadro piuttosto esauriente sulle qualità del gioco.
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| Carlos crede che li stiamo aiutando a casa loro. |
Lo so, lo so, questi giochi non c'entrano una beneamata con Dark Souls 3 ma francamente ci sono volte nelle quali un uomo vuole poter saltare proprio la parte delle legnate, o al massimo delegarla.
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| A Rosalia Padilla, per esempio. |





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