Sebbene percorrere le lande in alta definizione dei migliori videogiochi possa essere fonte di stupore e diletto, il trovarcisi per eliminare tiranni, minacce catastrofiche, nemesi invincibili o esaudire il proprio destino di eletto, molto difficilmente innesca i ricordi di eventi simili accadutici in vita.
Per nostra fortuna titoli necessariamente più modesti nelle dimensioni hanno tali e più estese aspirazioni.
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| Mentire sarà inutile. |
Emily is away è, in mancanza di un titolo ufficiale, la migliore simulazione di amori arenati su un istant messenger a caso.
Uomini di lungo corso come il sottoscritto hanno avuto il piacere, negli anni della giovinezza, di provare l'ebrezza di ricevere lettere d'intenti amorosi scritte di pugno da dolci animi sensibili e romantici, spesso arricchite da personalizzazioni quali cuoricini o disegni vergati sulla carta disponibile al momento.
Calligrafie minuziose incapsulate, assieme alle più o meno acerbe intenzioni, tra le righe di un quadernone.
Il passare a mezzi più moderni fu naturale, così come l'eleggere un piccolo angolo di internet a proprio salottino, dove bazzicare mollemente in attesa dell'arrivo di amici di penna/tastiera coi quali ammazzare attese o noiosi pomeriggi.
Inevitabilmente il contatto, scevro della componente fisica, verteva viepiù su introspezioni saggiate con perizia o più prosaiche fanfaronate e colossali cialtronate, a seconda dei casi e dell'interlocutore.
Molti, come me, avranno avuto, ad un certo punto, il contatto con una persona che spiccava dalle altre per alcuni fattori, probabilmente primo tra tutti la particolare reattività alle nostre parole.
Tutto questo per dire che improvvisamente ci si trovava in contatto con un individuo realmente interessante, sospettosamente interessato e con l'inesperienza, dovuta alla novità della cosa, di gestire una comunicazione efficace seppur ridotta alle sole parole digitate su uno schermo.
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| Provate a spiegarlo senza sembrare degli stronzi. |
Quello in cui Emily is away riesce al meglio è proprio nel ricreare la parabola di scoperta e speranza che accompagnarono molte persone come me in quegli anni pioneristici.
Quello che inevitabilmente innescherà ricordi sopiti ma ancora fragranti non saranno semplicemente dettagli quali il digitare pieno di ripensamenti e correzioni al volo che segue le nostre risposte prima del fatidico invio o le notifiche di redazione e cancellazione di quelle della nostra controparte, rese benissimo, ma anche e soprattutto l'incredibile fedeltà della storia che emerge in poche righe.
Quello che ne ho tratto, oltre al riaffacciarsi alla mente di un volto ed un nome, ed anche al cuore, via, è la consapevolezza che, per quanto scorressero sul filo di connessioni più o meno veloci, tali sentimenti erano certamente reali, esattamente come il peso di tutte le aspettative e costrizioni che ci portavamo appresso dalla vita con quegli altri, quelli che c'erano intorno.
Perché, se a malapena possiamo controllare gli stimoli che scaturiscono dalle nostre emozioni, di certo non siamo in grado di controllarli i sentimenti, che arrivano e se ne vanno quando più li aggrada.
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| Cosa vuoi che ti dica? |
Non ci sono risposte giuste o sbagliate, per il semplice fatto che non sapete cosa passa per la testa del vostro interlocutore così come ignorate ciò che gli sta attorno e lo influenza.
Dove ho sbagliato? - vi chiederete.
Ripensandoci dopo tanti anni credo di averlo scoperto, così come la consapevolezza di non essere stato io un elemento poi così determinante.



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