Nonostante il gioco tenti di ricordarmelo ogni due per tre, per tutte e ventisette le ore che mi è durato, non ho fatto altro che ignorare l'utilizzo delle trappole. Ma è la specialità del tuo personaggio - insiste il messaggio da tutorial che si avvicenda assieme ad altri durante i caricamenti. Sono una valida opzione tattica - prova a correre in suo aiuto un pensiero particolarmente solidale. Non mi sono serviti ad una mazza in quasi trenta ore di gioco - invece è la triste realtà dei fatti. Tutto quello che serve sono le daghe ed un paio di incantesimi del fuoco, tutto il resto sono punti e risorse buttati. Fino a che, quasi poeticamente, mi imbatto nel fastidioso boss di fine gioco, un affronto alla mia pazienza come pochi altri. Come risolvere uno scontro che fa del farmi perdere tempo il suo asso nella manica? Con 71 trappole esplosive piazzate tutte assieme nello stesso identico punto, quello nel quale il buzzurro atterra con uno dei primi attacchi. Mi scoccia eh, ma alla fine aveva ragione il gioco.
Sebbene percorrere le lande in alta definizione dei migliori videogiochi possa essere fonte di stupore e diletto, il trovarcisi per eliminare tiranni, minacce catastrofiche, nemesi invincibili o esaudire il proprio destino di eletto, molto difficilmente innesca i ricordi di eventi simili accadutici in vita.
Per nostra fortuna titoli necessariamente più modesti nelle dimensioni hanno tali e più estese aspirazioni.
Mentire sarà inutile.
Emily is away è, in mancanza di un titolo ufficiale, la migliore simulazione di amori arenati su un istant messenger a caso.
Uomini di lungo corso come il sottoscritto hanno avuto il piacere, negli anni della giovinezza, di provare l'ebrezza di ricevere lettere d'intenti amorosi scritte di pugno da dolci animi sensibili e romantici, spesso arricchite da personalizzazioni quali cuoricini o disegni vergati sulla carta disponibile al momento.
Calligrafie minuziose incapsulate, assieme alle più o meno acerbe intenzioni, tra le righe di un quadernone.
Il passare a mezzi più moderni fu naturale, così come l'eleggere un piccolo angolo di internet a proprio salottino, dove bazzicare mollemente in attesa dell'arrivo di amici di penna/tastiera coi quali ammazzare attese o noiosi pomeriggi.
Inevitabilmente il contatto, scevro della componente fisica, verteva viepiù su introspezioni saggiate con perizia o più prosaiche fanfaronate e colossali cialtronate, a seconda dei casi e dell'interlocutore.
Molti, come me, avranno avuto, ad un certo punto, il contatto con una persona che spiccava dalle altre per alcuni fattori, probabilmente primo tra tutti la particolare reattività alle nostre parole.
Tutto questo per dire che improvvisamente ci si trovava in contatto con un individuo realmente interessante, sospettosamente interessato e con l'inesperienza, dovuta alla novità della cosa, di gestire una comunicazione efficace seppur ridotta alle sole parole digitate su uno schermo.
Provate a spiegarlo senza sembrare degli stronzi.
Quello in cui Emily is away riesce al meglio è proprio nel ricreare la parabola di scoperta e speranza che accompagnarono molte persone come me in quegli anni pioneristici.
Quello che inevitabilmente innescherà ricordi sopiti ma ancora fragranti non saranno semplicemente dettagli quali il digitare pieno di ripensamenti e correzioni al volo che segue le nostre risposte prima del fatidico invio o le notifiche di redazione e cancellazione di quelle della nostra controparte, rese benissimo, ma anche e soprattutto l'incredibile fedeltà della storia che emerge in poche righe.
Quello che ne ho tratto, oltre al riaffacciarsi alla mente di un volto ed un nome, ed anche al cuore, via, è la consapevolezza che, per quanto scorressero sul filo di connessioni più o meno veloci, tali sentimenti erano certamente reali, esattamente come il peso di tutte le aspettative e costrizioni che ci portavamo appresso dalla vita con quegli altri, quelli che c'erano intorno.
Perché, se a malapena possiamo controllare gli stimoli che scaturiscono dalle nostre emozioni, di certo non siamo in grado di controllarli i sentimenti, che arrivano e se ne vanno quando più li aggrada.
Cosa vuoi che ti dica?
Non ci sono risposte giuste o sbagliate, per il semplice fatto che non sapete cosa passa per la testa del vostro interlocutore così come ignorate ciò che gli sta attorno e lo influenza.
Dove ho sbagliato? - vi chiederete.
Ripensandoci dopo tanti anni credo di averlo scoperto, così come la consapevolezza di non essere stato io un elemento poi così determinante.
In un velato quanto facilmente rintracciabile suggerimento, vi narrerò le gesta di un affiliato all'ordine dei Draghi che riceve la sfida di un prode Santo. Non me ne vogliate per la recrudescenza con la quale continuo ad operare ben al di sotto degli standard elevati di uno youtuber, giacché io non lo sono e sinceramente me ne infischio. Pertanto, mentre fischietto incospicuo, vi addito le raccomandazioni di sorta, cioè di seguire il video mentre leggete la sua narrazione in calce, con la voce che meglio mi saprete affibbiare.
Nel mio regno di ferro, magma e fuoco mi giunge, svegliandomi dal riposo, il suono leggero di una campana cristallina. Nudo nella mia vulnerabilità d'infante poso gli occhi pesanti su di un giovane paladino che invoca il nome e lo sguardo benevolo del suo Dio, mentre armi in pugno chiama la mia ira. Una scossa vibrante al mio essere, mentre erompe il dono della mia divinità e la forma imperfetta del suo umile servitore si addolcisce nei tratti più elevati del suo creatore. Il sant'uomo è determinato alla caccia, mentre sferza l'aria con la frusta contro il leone che ha agitato e punta al suo costato con la lancia, evitando il contatto. Giocherò con te uomo, e pazienza se non ti bastano i doni celesti che esibisci, ricorrendo finanche al potere della fiamma pur di danneggiare la tua nemesi. La mia lancia sarà pure meno retta della tua, ma il suo bacio distorto temi e pertanto rifuggi con gelida precisione mentre la punta della tua lama divina penetra tra le mie scaglie. È tempo che io metta da parte gli artigli del cucciolo e ti faccia assaporare il terribile morso di un drago ferito. Senza più tentennamento irrompo sulla tua barriera divina con tutto il peso delle mie fauci, ti divincoli ma il tuo corpo cede di schianto all'assalto, mia è la vittoria. Ma tu non cadi. Seppure ferito a morte, saldo rimani sui tuoi piedi, se per volere del tuo Dio o solo tuo non so, e con una forza che pensavo sconfitta impugni la spada che mi finisce, rapidamente e con efficacia. La tua caccia è conclusa, e tu hai il tuo premio.