All'ennesimo caricamento dal salvataggio più vicino, dati la mia sbadataggine, l'eccessivo scrupolo nel non trucidare i due terzi delle guardie e la loro tendenza a cambiare ronde e posizione ad ogni riavvio, mi fermo un attimo a guardare la gabbia con i due leoni che fa bella mostra di sé prima della stretta gola che conduce all'abitazione.
Leoni.
Ubisoft.
Avamposto.
Far Cry!
Apro loro la via di fuga pregustando il caos che sicuramente causeranno nella villa, dandomi l'occasione per mettere le mani sul bottino.
Un secondo dopo sono sul tetto della gabbia per evitare di essere trucidato dalle due fameliche ed infingarde belve che, tradimento, assediano la mia profondamente delusa avatar.
Mentre osservo sconsolato i loro tentativi di raggiungermi la stilizzazione di un elmo corinto rosso irrompe nel mio campo visivo.
Il mercenario che mi dà la caccia in tutta l'isola, dimostratosi più volte impervio a numerosi attacchi e fin troppo efficace nello sbudellarmi con un paio di colpi, forte del suo livello superiore al mio di ben un punto, accorre eccitato per avermi finalmente trovato.
Lui non ha alcun problema a salire sul mio rifugio improvvisato e tra lui e le fiere decido che la via di fuga preferibile è tra i due micioni.
Lanciatomi molto poco elegantemente a terra, evitando al contempo un fendente del predatore all'apice della catena alimentare (l'uomo pagato per farmi la pelle) mi scapicollo dietro a dei massi in cerca di spazio quando, sorpresa, vedo i leoni ingaggiare il mio inseguitore.
Carissimi!
Ho sempre creduto in voi!
A quel punto l'idea di una vendetta si palesa.
Ovviamente in una manciata di secondi i due re della savana vanno a fare compagnia alla polvere al che mi acquatto in un cespuglio.
Preso dalla foga del combattimento, la mia nemesi mi ha perso di vista.
Sperando di avere la meglio scocco una freccia dall'ombra dritta sulla sua faccia.
Non soccombe perché non ha organi vitali ma una barra d'energia palesemente inesauribile (o il valore numerico che determina l'attacco delle mie armi fa pena, chi può dirlo) ma allarmato da un arciere invisibile corre al riparo per poi venire a controllare più attentamente il cespuglio.
A portata di tiro gli piazzo una coltellata nel fegato che posso giurare il gioco abbia segnalato come "assassinio".
Lui, sopravvivendo ancora, si permette di dissentire.
Morso e sfregiato dai leoni.
Con una freccia a far da contrappunto al naso.
Il fegato affettato.
Eppure eccolo lì che attacca, mi costringe a schivare e sopporta una decina di affondi di lancia.
Chi è il coglione che ha pensato di mettere valori numerici in un gioco dove mi aspetto che un attacco "assassino" uccida invece di fare x2 danni dell'arma non avrà mai abbastanza lamentele da parte mia.
Finché il babbeo, l'imperturbabile ebete non si trova incapace di muoversi oltre un sasso.
Lo guardo affranto mentre tenta di oltrepassare un ostacolo insormontabile alto pressappoco un paio di centimetri.
Passo all'arco.
Due frecce sul grugno mettono fine alla farsa, alla sua immortalità, alla sua persecuzione e a tutte le velleità tattiche che ho tentato per averne ragione.


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