domenica 27 marzo 2016

Giocando con una quattrenne


Una nipotina birbante ed esuberante che entra in contatto con i giocattoli elettronici dello zio può avere una sola reazione.
Stupore, cui seguono chiaramente la curiosità e la voglia di partecipare.

Quando di anni ne aveva solo due le bastava pasticciare con i joypad colorati di una console a caso, puntandoli decisa verso lo schermo, cosciente che in qualche modo le due cose fossero collegate. Che poi cercasse di far saltare Peppa Pig mentre lei placidamente seguiva la sceneggiatura del suo episodio, quella era tutta un'altra storia.
La volontà però era lì.
Pad, croci direzionali, levette anaolgiche, bottoni e grilletti forse sono già un po' troppo, logico quindi vederla gravitare istintivamente verso l'iPad della prima età del bronzo (2010 d.C.), con quel grosso schermo vivace da pasticciare con le ditina paffutelle.
Un po' meno entusiasta lo zio quando le suddette ditina paffutelle prima passavano per le narici smoccolanti.
Contenta all'inizio di poter voltare pagina o premere tasti a caso sulla tastiera virtuale, scoprì ben presto il magico mondo delle app. Tu pigi il bottone colorato e qualcosa si mette in moto.
Ben presto aveva trovato le sue killer application.

Una variante del gioco da hockey da tavolo, intuitivo, cromaticamente codificato, preciso e soprattutto esclusivamente votato al tirare un disco nella sezione dell'area dello stesso colore. A volte permetteva anche a me di giocare nel mio turno.
Non avevano alcuna importanza i numeri che segnavano punteggi per lei privi di senso, bastava calibrare un buon tiro ed il gioco era fatto.
Se all'inizio dovevo navigare io tra i menu per arrivare al gioco, in breve tempo aveva imparato la sequenza di parole oscure da selezionare lei stessa.

Finì ben presto catturata però dall'orbita del deliziosamente tratteggiato Dumb Ways to Die, con intuitivi minigiochi che comprendeva al volo, quali scaccia le vespe dalla faccia del tipo, tappa i buchi, collega i fili colorati, togli l'idiota dai binari, che appagavano forse di più con le animazioni che sancivano il fallimento e la consequente fine darwiniana del soggetto.

Complice anche la canzoncina che premiava il raggiungimento di un determinato punteggio.
Sospetto che il valore pedagogico del breve cartone sia più importante di quanto non sembri.


L'evoluzione è cominciata però quando ha scoperto, tra le altre, quella piccola perla di Edge, un incrocio tra un puzzle ed un platform che gioca tutto su uno stile minimalista e sulla prospettiva.
Ne ha giocati innumerevoli livelli, e ce ne sono di complessi, tutta concentrata a spostare quel piccolo cubo, rassicurata anche dalla presenza dello zio al suo fianco a cui delegare le fasi più ostiche, prontissimo a recuperare il costoso ammennicolo spesso portogli maldestramente.


Raffinati i gusti e sotto anche l'influsso paterno, si avviava anche all'esplorazione di alcuni titoli sul vecchio portatile Nintendo bicefalo, pervicacemente alla ricerca di un certo Mario.
Trovatolo nella sua incarnazione originale aveva però dovuto fare i conti con qualcosa che sembrava semplice a prima vista, vai a destra e salta quando serve e che invece superava le sue acerbe capacità di coordinamento. In breve aveva fatto conoscenza con la frustrazione.
Insomma, cosa può giocare un infante che non sia un semplice gioco tattile?
Ben presto ha abbandonato le aspirazioni salterine per tornare un po' alle origini, cioè a quell'insieme sconclusionato di gioiosi divertissement raccolti nei titoli Wario Wares.
"È come Mario!" esulta giuliva ogni volta che lo avvia.
Quello che intende è che probabilmente è meglio di Mario, perché questi compiti non solo li capisce, ma li può anche compiere.
Sicura quindi nelle proprie capacità lamentava sempre meno l'intervento dello zio, massimo risolutore di questioni arcane, concedendogli quindi la possibilità di sedersi al proprio PC, di fianco al letto sul quale tutta concentrata si dilettava, per potersi concedere una partita o due.

Un buon compromesso.

Per evitare, più che fantomatici traumi infantili, ben più probabili danni ai timpani da esposizione coatta a cazziatone genitoriale alterato, saggiamente scrutinavo la libreria Steam in cerca di titoli quantomeno non eccessivamente cruenti.
Ciao, ciao Borderlands, Dark Souls, DMC, XCOM e compagnia cantante.
Benvenuto NOT A HERO!
BOOM, BAM, BANG! Ma è sangue quello? Quello quale? I cubetti rossi! No ma che dici guarda là che volo dalla vetrata!
Azione incalzante e grafica talmente lo-fi che bisognerebbe proprio essere pignoli all'inverosimile per trovarvi da ridire.
La pupetta comunque apprezzava assistere al tentativo di risolvere i livelli, rapita dal ritmo incalzante e dalla destrezza del parente.
"Visto che bravo lo zio?"
"Sì, li ha ammazzati tutti!" (gaudio e gioia nella vocina)
"Ehr..."

Come vincere facile

Ci sono. Broken Age, l'ho appena finito ed ha un comparto estetico delizioso, la bimba adorerà vederlo come se fosse un episodio animato.
L'idea non era francamente male ed all'inizio ha pure funzionato, non fosse per i dialoghi.
In inglese ed inevitabili. Nel momento nel quale partiva la necessaria interazione con un NPC era la fine della magia.
Una buona idea ma troppo ingenua.

L'uovo di colombo.

Il genio!
Gli incontri CPU vs CPU di Ultra Street Fighter IV.
Aiutato da un comparto grafico accattivante per forme e colori ha rappresentato un vero spettacolo per la piccola. Chi vincerà? Quello grasso! Guarda quante gliene da'! Decine e decine di scontri sorbiti tutti d'un fiato, diecimila volte meglio di quei terrificanti ed interminabili video su youtube nei quali si vedono delle mani aprire un'infinità di bussolotti pieni di paccottiglia.
Sì signori educatori, la violenza dei pugni di Ryu ha salvato la mente acerba di mia nipote dall'esposizione eccessiva a quell'orrido concentrato di pubblicità sotto mentite spoglie.

Minimalismo is for the best

Qora è forse l'unione meglio riuscita tra quello che la affascina visivamente e quello con cui può efficacemente interagire.
Non c'è fallimento, non ci sono intoppi. Quattro direzioni ed un tasto solo per agire.
Musica ed animazioni catturano la sua attenzione e le saltuarie sorprese legate alla pressione del tasto la intrattengono con piacere. Giocato assieme, come piace a lei.
Mi piace molto Il pensiero che immagini di mondi fantastici e suggestivi si depositino nella sua memoria, per poter tornare malinconici alla mente negli anni che verranno.

domenica 20 marzo 2016

Are you going to

play The Division?


Lettori inesistenti e pertanto immaginari si chiederanno, dopo mesi nei quali hanno potuto vedere avvicendarsi nello spazio relativo ai titoli con i quali mi diletto principalmente, se non unicamente, giochi piuttosto vecchi se non propriamente datati.

Vorrei quindi premiare tale spirito d'osservazione, ammirevole in un costrutto fantastico quale il lettore del blog, dando una risposta generale ed una personale.

Quella generale è semplice.
Non ho una piattaforma in grado di far girare quasi nulla di recente.
Da quasi un anno è avvenuto il salto della barricata dei requisiti minimi di una parte ormai considerevole di giochi in uscita. Dai tripla A ad un buon quantitativo di indie ormai l'ingresso è vietato ai minori di 4 GB di RAM e per l'amor di Dio vedi di eliminare quel Vista, che è osceno.

Parte di questi problemi sarebbe risolvibile con il procacciamento di una PS4 o, in casi di carestie inevitabili, anche una magra Xbone, non fosse che non hanno praticamente giochi che mi interessano davvero.

Sebbene siano finalmente disponibili un buon numero di videogiochi per non pentirsi dell'acquisto d'impulso di un giocattolone costosetto, c'è da dire che una considerevole porzioni di questi sono rifacimenti in HD, rifacimenti da HD ad un leggermente migliore HD e bundle che incorporano titoli che abbracciano le due ultime generazioni.
Con il senno del poi mi sarei sentito un vero fesso ad aver venduto la mia PS3 con i suoi titoli per poi vedermeli riapparire, dietro un bel prezzo nuovo di zecca, tra i pochi giochi che valga la pena comprare per la nuova PS4.

Nel periodo di lancio della nuova console Sony i prezzi dell'usato erano crollati vistosamente, facendo la felicità di piccoli scoiattoli come me che per 5 euro tappavano buchi nella propria ludoteca.

Aggiungiamo a questo che si parla di una possibilissima uscita di una versione potenziata della Playstation 4 che come è successo per il 3DS ha tutta l'aria della volontà di vendere due console alla stessa persona.

Ma tutto ciò è opinabie, pertanto il motivo principe del mio evitare l'acquisto di una console è che l'unico titolo che mi piacerebbe giocare davvero è Bloodborne, ma non credo che da solo valga 399 euro.

Cambiare il PC invece è una cosa che avverrà, prima o poi.
Più probabilmente poi.



Passiamo ora alla questione personale.
Giocherei a The Division?
Spezzo subito una lancia prima di doverla usare per trapassare il petto di qualche esagitato da commento, questa è un'opinione personalissima del qui presente basata sulla lettura di recensioni altrui, del tutto simile a quella di un potenziale acquirente.
Il paragone più comune è quello fatto con Destiny, gioco che mi ha lasciato freddino per impostazione e idea di base.
Ma più leggevo le varie recensioni più mi pareva calzante il raffronto invece con Borderlands 2.
Armi con statistiche, quest e missioni secondarie, loot codificato per colore, alberi di abilità per personalizzare i propri personaggi, multiplayer cooperativo ed in istanze, con pvp in separata sede.
Con la sottile differenza di una direzione artistica completamente diversa, un tono quasi sempre demenziale, un maggior numero di varietà di nemici, il piacere innegabile di scaricare in un colpo solo quattro cartucce di un fucile a pompa esplosivo sul grugno meccanico di un Badass Loader, shottandolo, e ricaricarlo in una frazione di secondo lanciandolo come una granata all'indirizzo di qualche altro sventurato, per poi vederselo riapparire in mano, magari durante un attacco in salto per attivare una delle molteplici abilità.
Abilità che, soprattutto nei due personaggi opzionali, sono particolarmente giocose e sperimentali.
Premiare il non ricaricare l'arma senza prima averla svuotata? Molta meno precisione in cambio di più danni? Cose divertenti di questo genere.
O Gunzerkare con due fucili da cecchino od un paio di lanciarazzi...

Il punto è che ho già l'impressione di stare giocando ad una versione che preferisco di The Division.

Una con i Fatal God-Liath da lasciare liberi
di esprimersi.





venerdì 11 marzo 2016

Youtube I can not - Non è ortodosso

Mentre ti aggiri con fare furtivo all'interno del perimetro di un aeroporto militare, tra una carica di C4 piazzata con sveltezza su di una postazione SAM e un paio di balzi tra i tetti degli hangar degni di un Uomo Ragno, c'è la concreta possibilità che un soldatino alquanto inerme, nell'inadeguatezza della sua pistola 9 mm, tenti con ogni fibra del suo essere molesto di infastidirti nella tua opera di ricognizione.
Sopportato il suo blaterare per un paio di interminabili minuti, nella desolazione della pista di decollo, volgevo infine la mia attenzione sul piccolo, fastidioso ometto.
Come rispondere a modo a tanta abnegazione al proprio dovere?


Con un misto di creatività, cattiveria, un povero tapino e un jet in fase di decollo. Ecco come.
Tale prontezza nel risolvere situazioni impreviste è sempre accompagnata dalla volontà di non perdere tempo.
Come lo sarebbe stato il circumnavigare un ostacolo.


Purtroppo spesso simili problemi non si prestano ad altrettante rapide soluzioni.

Dannati centri storici.

venerdì 4 marzo 2016

Facebook Chronicles - Ascolti

Nababbo

3 marzo 2016





Voce femminile all'altro capo della cornetta: Salve, la chiamo, come tante altre anime prave prima di me, per proporle non richiesta un'imperdibile offerta commerciale della Telecorchiclastiacom.
Me medesimo: Guardi, non avete speranze di suscitare il benché minimo interesse nella mia augusta persona.
Ella: Non dica così, mi lasci illustrarle per filo e per segno, pedantemente e priva di alcuna capacità di sintesi, tutto il contratto che non le arriverà mai a casa da controfirmare.
Io: Mi permetta di ribaltare le sorti delle nostre rispettive orecchie e ascolti lei cosa ho da dire che le farà comprendere, se Dio vuole, il perché avete chiamato il cliente sbagliato. Ordunque, ho escogitato e raffinato negli anni un industrioso metodo per non rinunciare alla comodità di un telefono cellulare funzionante ed al contempo spendere una somma irrisoria in cambio. Vede, cara importuna signora, io ho un contratto a consumo e, faccia bene attenzione ora, non consumo un bel niente!
Colei: Ma...
L'eroe: Non la sento farmi i complimenti, signora.