Una nipotina birbante ed esuberante che entra in contatto con i giocattoli elettronici dello zio può avere una sola reazione.
Stupore, cui seguono chiaramente la curiosità e la voglia di partecipare.
Quando di anni ne aveva solo due le bastava pasticciare con i joypad colorati di una console a caso, puntandoli decisa verso lo schermo, cosciente che in qualche modo le due cose fossero collegate. Che poi cercasse di far saltare Peppa Pig mentre lei placidamente seguiva la sceneggiatura del suo episodio, quella era tutta un'altra storia.
La volontà però era lì.
Pad, croci direzionali, levette anaolgiche, bottoni e grilletti forse sono già un po' troppo, logico quindi vederla gravitare istintivamente verso l'iPad della prima età del bronzo (2010 d.C.), con quel grosso schermo vivace da pasticciare con le ditina paffutelle.
Un po' meno entusiasta lo zio quando le suddette ditina paffutelle prima passavano per le narici smoccolanti.
Contenta all'inizio di poter voltare pagina o premere tasti a caso sulla tastiera virtuale, scoprì ben presto il magico mondo delle app. Tu pigi il bottone colorato e qualcosa si mette in moto.
Ben presto aveva trovato le sue killer application.
Una variante del gioco da hockey da tavolo, intuitivo, cromaticamente codificato, preciso e soprattutto esclusivamente votato al tirare un disco nella sezione dell'area dello stesso colore. A volte permetteva anche a me di giocare nel mio turno.
Non avevano alcuna importanza i numeri che segnavano punteggi per lei privi di senso, bastava calibrare un buon tiro ed il gioco era fatto.
Se all'inizio dovevo navigare io tra i menu per arrivare al gioco, in breve tempo aveva imparato la sequenza di parole oscure da selezionare lei stessa.
Finì ben presto catturata però dall'orbita del deliziosamente tratteggiato Dumb Ways to Die, con intuitivi minigiochi che comprendeva al volo, quali scaccia le vespe dalla faccia del tipo, tappa i buchi, collega i fili colorati, togli l'idiota dai binari, che appagavano forse di più con le animazioni che sancivano il fallimento e la consequente fine darwiniana del soggetto.
Complice anche la canzoncina che premiava il raggiungimento di un determinato punteggio.
Sospetto che il valore pedagogico del breve cartone sia più importante di quanto non sembri.
L'evoluzione è cominciata però quando ha scoperto, tra le altre, quella piccola perla di Edge, un incrocio tra un puzzle ed un platform che gioca tutto su uno stile minimalista e sulla prospettiva.
Ne ha giocati innumerevoli livelli, e ce ne sono di complessi, tutta concentrata a spostare quel piccolo cubo, rassicurata anche dalla presenza dello zio al suo fianco a cui delegare le fasi più ostiche, prontissimo a recuperare il costoso ammennicolo spesso portogli maldestramente.
Raffinati i gusti e sotto anche l'influsso paterno, si avviava anche all'esplorazione di alcuni titoli sul vecchio portatile Nintendo bicefalo, pervicacemente alla ricerca di un certo Mario.
Trovatolo nella sua incarnazione originale aveva però dovuto fare i conti con qualcosa che sembrava semplice a prima vista, vai a destra e salta quando serve e che invece superava le sue acerbe capacità di coordinamento. In breve aveva fatto conoscenza con la frustrazione.
Insomma, cosa può giocare un infante che non sia un semplice gioco tattile?
Ben presto ha abbandonato le aspirazioni salterine per tornare un po' alle origini, cioè a quell'insieme sconclusionato di gioiosi divertissement raccolti nei titoli Wario Wares.
"È come Mario!" esulta giuliva ogni volta che lo avvia.
Quello che intende è che probabilmente è meglio di Mario, perché questi compiti non solo li capisce, ma li può anche compiere.
Sicura quindi nelle proprie capacità lamentava sempre meno l'intervento dello zio, massimo risolutore di questioni arcane, concedendogli quindi la possibilità di sedersi al proprio PC, di fianco al letto sul quale tutta concentrata si dilettava, per potersi concedere una partita o due.
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| Un buon compromesso. |
Per evitare, più che fantomatici traumi infantili, ben più probabili danni ai timpani da esposizione coatta a cazziatone genitoriale alterato, saggiamente scrutinavo la libreria Steam in cerca di titoli quantomeno non eccessivamente cruenti.
Ciao, ciao Borderlands, Dark Souls, DMC, XCOM e compagnia cantante.
Benvenuto NOT A HERO!
BOOM, BAM, BANG! Ma è sangue quello? Quello quale? I cubetti rossi! No ma che dici guarda là che volo dalla vetrata!
Azione incalzante e grafica talmente lo-fi che bisognerebbe proprio essere pignoli all'inverosimile per trovarvi da ridire.
La pupetta comunque apprezzava assistere al tentativo di risolvere i livelli, rapita dal ritmo incalzante e dalla destrezza del parente.
"Visto che bravo lo zio?"
"Sì, li ha ammazzati tutti!" (gaudio e gioia nella vocina)
"Ehr..."
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| Come vincere facile |
Ci sono. Broken Age, l'ho appena finito ed ha un comparto estetico delizioso, la bimba adorerà vederlo come se fosse un episodio animato.
L'idea non era francamente male ed all'inizio ha pure funzionato, non fosse per i dialoghi.
In inglese ed inevitabili. Nel momento nel quale partiva la necessaria interazione con un NPC era la fine della magia.
Una buona idea ma troppo ingenua.
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| L'uovo di colombo. |
Il genio!
Gli incontri CPU vs CPU di Ultra Street Fighter IV.
Aiutato da un comparto grafico accattivante per forme e colori ha rappresentato un vero spettacolo per la piccola. Chi vincerà? Quello grasso! Guarda quante gliene da'! Decine e decine di scontri sorbiti tutti d'un fiato, diecimila volte meglio di quei terrificanti ed interminabili video su youtube nei quali si vedono delle mani aprire un'infinità di bussolotti pieni di paccottiglia.
Sì signori educatori, la violenza dei pugni di Ryu ha salvato la mente acerba di mia nipote dall'esposizione eccessiva a quell'orrido concentrato di pubblicità sotto mentite spoglie.
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| Minimalismo is for the best |
Qora è forse l'unione meglio riuscita tra quello che la affascina visivamente e quello con cui può efficacemente interagire.
Non c'è fallimento, non ci sono intoppi. Quattro direzioni ed un tasto solo per agire.
Musica ed animazioni catturano la sua attenzione e le saltuarie sorprese legate alla pressione del tasto la intrattengono con piacere. Giocato assieme, come piace a lei.
Mi piace molto Il pensiero che immagini di mondi fantastici e suggestivi si depositino nella sua memoria, per poter tornare malinconici alla mente negli anni che verranno.






